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Nessuna trasparenza nelle Casse di previdenza. Gli avvocati protestano

Le proteste dell’avvocatura che in questi giorni, ma anche in questi anni ha visto protagonista l’ avvocatura italiana, fino a sfociare alla scorsa manifestazione nazionale a roma il 21 aprile,hanno riguardato e riguardano l’iniquo ed ingiusto sistema previdenziale della Cassa di previdenza ed assistenza degli avvocati .

Criticità comuni un po’ a tutte le casse di professionisti liberi, che di recente stanno emergendo di fronte alla crisi economica galoppante e a dei contributi per molti professionisti insostenibili.

Il dato oggettivo qual è? Che le casse di previdenza dei professionisti sono indubbiamente private ed ognuna di esse, ormai, si regolata come crede, senza alcuna possibilità di controllo effettivo. E se alcune fra di esse si sono dotate di una struttura manageriale e di una procedura per verificare la bontà degli investimenti – come ha fatto ad esempio Inarcassa, l'istituto previdenziale degli architetti – altre hanno invece gestito come La cassa di assistenza e previdenda degli avvocati in modo casereccio il proprio patrimonio, spesso investendo per lo più in immobili: un investimento che potrebbe rivelarsi pericoloso a lungo temine una trappola mortale (per il crollo dei valori, per le difficoltà a vendere, e ad affittare).

Per sapere se si investe bene o male il proprio patrimonio, sia esso quello di un modesto padre di famiglia che di un ente previdenziale non c'è che un mezzo: misurare il valore dei propri asset e quindi il loro rendimento anno per anno.

Ecco, inutilmente si cercherebbe, spulciando fra le centinaia di pagine dei bilanci, una notizia del genere.

Le uniche notizie, rinvenibili on web, sono quelle fornite dal rapporto dell’AdEPP l'associazione delle casse di previdenza dei professionisti sulle attività degli Enti previdenziali. Secondo questo rapporto le attività degli Enti Previdenziali sono aumentate dai 69,9 miliardi di Euro del 2014 ai 73,3 miliardi del 2015 (+4,6%).

Orbene ad avviso di chi la crescita non è attribuibile a particolari meriti nella gestione ma sarebbe dovuta al fatto che il saldo tra le entrate contributive e le prestazioni delle Casse AdEPP è positivo e questo dovrebbe ricordare a tutti che i patrimoni degli Enti sono fatti di contributi dei lavoratori, accantonati per essere messi a reddito e per pagare pensioni, non per essere impiegati impropriamente”.

Un altro aspetto da evidenziare è la tendenza sempre più marcata a una gestione indiretta del patrimonio sia mobiliare sia immobiliare. Se nel 2011 il 58,5% degli investimenti delle Casse era gestito direttamente e solo il 41,5% era a gestione indiretta, cinque anni dopo la situazione si è completamente invertita: a fine 2015 quasi il 59% del patrimonio era a gestione indiretta.

Con l’aumento dei patrimoni, le Casse tendono a non gestirli più interamente in casa ma concentrano gli sforzi delle proprie strutture sul controllo del rischio e aumentano la diversificazione affidandosi a gestori professionali selezionati sul mercato. Anche il legislatore ha fatto la sua parte, penalizzando dal punto di vista fiscale gli investimenti diretti.

Detto ciò. Nessuno, però conosce i rendimenti ente per ente.

Le casse di previdenza redigono bilanci civilistici, che non consentono il calcolo dei rendimenti a valori di mercato, a differenza di quanto avviene nei fondi pensione negoziali.

Nei portafogli delle Casse di trovano sia asset liquidi che illiquidi, tra i quali gli immobili. Per questi ultimi, specie se detenuti direttamente, non c'è un vero valore di mercato, ma solo una perizia.

Non essendoci una norma specifica (come per i fondi immobiliari, che sono tenuti a pubblicare un NAV ovvero il valore complessivo netto su base semestrale), nel corso del tempo ogni Cassa ha discrezionalmente deciso se e quando procedere a rivalutazioni o svalutazioni dei beni reali".

Quindi vi è un assoluta mancanza di trasparenza dei bilanci delle CASSE ed in particolare della Cassa di assistenza e previdenza degli avvocati.

Ragione per cui è dalla fine del mese di gennaio e’ nata un protesta forte da parte dell’avvocatura , è iniziata prima con una raccolta di firme sia online che poi di fatto nei vari fori per una petizione sulla trasparenza dei costi di gestione di cassa e poi sfociata nella Manifestazione del 21 aprile a Roma per incontrare i vertici di Cassa Forense, anche sulla possibilità di un sistema contributivo diverso da quello particolarmente esoso per gli avvocati con erogazioni di pensioni al di sotto delle soglie di povertà!

Purtroppo quella manifestazione è diventata un occasione mancata, perché la delegazione improvvisatasi snaturando i temi originari della petizione, si è concentrata su 4 punti del tutto irrilevanti ai fini di un azione di contrasto e di effettivo controllo sul grosso della gestione e degli investimenti di Cassa Forense.

Questo ha determinato la scelta dell’avv. Vanna Renella, una delle anime attive di quella manifestazione, insieme ad altri colleghi di costituire il nuovo gruppo Avvocati campani 21 aprile, prendendo le distanze da quelle proposte ritenute blande ed inefficaci, nonchè prive di contenuti previdenziali utili per la categoria!

Non si sono reputati utili ad un reale azione di contrasto a Cassa Forense, il conoscere il contenuto dei verbali delle riunioni dei delegati, delle delibere, dei risultati delle votazioni all´interno del Comitato dei Delegati della Cassa Forense, rispetto al vero grosso ignoto giustificativo di spesa dei costi di gestione e degli investimenti immobiliari affidati a consulenti esterni , rispetto a degli organi che stanno li solo a prendere le indennità e i gettoni di presenza non decidendo nulla di concreto :

Così come non condiviso l’oggetto del terzo punto della richiesta di approvazione di una delibera che riporti le indennità ed i gettoni previsti dalla Cassa Forense per i delegati al livello precedente all´ultimo aumento, deciso pochi mesi fa, quando milioni di euro sono investiti per occulte consulenze legali e notarili, nonche’ il 59% del patrimonio dei Cassa Forense in investimenti di cui non e’ dato conoscere gli attivi! Non si contrasta una Cassa Forense parlando di spiccioli!!

Di fronte a queste piccole ed irrisorie problematiche poste da un movimento che sembrava dover tremare Cassa Forense, chi ha ritenuto all’esito della delegazione che altre erano le emergenze tangibili da sottoporre al proprio organo previdenziale , non ha potuto che staccarsene ed evitare di contribuire al suicidio assistito delle prime istanze con uno stravolgimento dei temi originari e di sicuro più pregnanti .

Sulla proposta di una riforma previdenziale , anche lì si è mancato nella specifico di dare indicazioni tecniche e sulle quali il Gruppo Avvocati campani 21 Aprile, si riserveranno di indicare sulla base di una corretta informazione previdenziale le proprie determinazioni ed indicazioni.

Occorre, necessariamente, portare le Casse ad affiancare al bilancio civilistico una valutazione "mark-to-market" degli attivi al 31/12 di ogni anno, ovviamente adottando regole uniformi che potrebbero essere indicate dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione . Per i titoli quotati è facile, "per gli immobili occorrerà ricorrere ad esperti indipendenti certificati, mentre per i titoli non quotati si produrranno valori "mark-to-model", utilizzando modelli matematici validati.

Di certo le Casse non gradirebbero questo improvviso scoppio di trasparenza ma gli iscritti sicuramente sì: saprebbero finalmente come sono gestiti i propri soldi.

Non solo se si chiedesse al Pres. di Cassa Forense avv. Nunzio Luciano o ai delegati di Cassa forense, a quanto ammontano le plusvalenze degli investimenti immobiliari come Il fondo Cicerone o altri redimenti da investimenti per acquisti di immobili esteri , non sapranno fornirvi alcun dato! Prima perchè lo ignorano, se come abbiamo detto gli investimenti sono affidati a società di gestione esterne in modo indiretto, in seconda battuta perché la loro funzione e le loro principali attività registrate solo state quelle di aumentarsi il gettone di presenza per i delegati e le indennità per il presidente di Cassa Forense e per il suo vice!!

Ergo non decidendo direttamente degli investimenti e avvalendosi per la gestione dei costi anche amministrativi di consulenze legali e notarili esterne per un ammontare attestato al 2015 per un valore di circa un milione e centotrent’uno mila e rotti euro (1.131.643,30 Euro) , sembrerebbe inutile e poco virtuoso, per la Categoria mantenere in piedi, in numero così elevato di rappresentanti in termini di delegati e di organi direttivi, che in pratica non fanno nulla,se non gravare sulle spese di gestione, non avendo competenze in materia di previdenza, di bilanci attuariali di cui non conoscono nemmeno i rudimenti .

Nei convegni di Cassa Forense con i suoi iscritti, gli avvocati hanno assistito alla solita lezioncina imparata a memoria dai delegati, che dimostrano tutta la loro incompetenza nonostante gli sforzi di capire, tanto che in più occasioni si è evitato il confronto diretto con gli iscritti e ancora oggi il Pres. Di Cassa Forense, avv. Nunzio Luciano si sceglie gli interlocutori di comodo, quelli che , in genere ne sanno meno di lui.

Quelli di Cassa vi diranno che loro sono soggetti già ad una serie di controlli: i Ministeri del Lavoro ed Economia sono i soggetti che controllano le casse di previdenza private, poi c'è anche la Covip, l'ente di vigilanza sui fondi pensione che stila una relazione annuale per il Lavoro e infine la Corte dei conti, che avalla tutti i bilanci.

E tuttavia, si tratta di una congerie di controlli eterogenei e non coordinati, nessuno dei quali e’ davvero in grado di entrare nel merito di tutti gli aspetti, senza però ottenere lo scopo della piena efficienza e trasparenza".

Il vero cuore del problema delle Casse private è come gestire finanziariamente in maniera trasparente l'immenso patrimonio e avere uno stabile equilibrio previdenziale a lungo termine.

Questo cercheremo di sviscerare cercando di essere al spina nel fianco della nostra Cassa Forense, ma fornendo anche elementi di spunto che possano essere migliorativi dei sistemi previdenziali dei professionisti.

 

Avv. Vanna RENELLA, foro di Napoli –

 

Per il Gruppo AVVOCATI CAMPANI 21 APRILE

 

 

 

4/5/2017

 

 

 

 

 

 

 

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