Sasha Colautti era un sindacalista della Fiom, della segreteria provinciale a Trieste. Ma aveva rinunciato al distacco sindacale perché aveva deciso di aderire all’Usb e dal 1 giugno sarebbe dovuto tornare a lavorare in fabbrica, la Wärtsilä. Ma il cambio di sindacato ha coinciso con una rappresaglia padronale quasi immediata: trasferimento da Trieste a Taranto.
Sasha vive a Trieste ed ha due figli. Già dal suo rientro in produzione, sette giorni fa, aveva fiutato che l’aria era diventata malefica. “Fin da subito ho trovato resistenza, ostruzionismo: ogni giorno mancava un carta”. Poi gli è arrivata una lettera di trasferimento a Taranto: “Al di là del fatto che l’officina di Taranto è da tempo che la società vuole dismetterla, si tratta di un grave atto nei miei confronti, nei confronti dei lavoratori in genere e nei confronti del sindacato”.
Per protesta Sasha Colautti si è incatenato all’ingresso principale della Wartsila di San Dorligo della Valle. I lavoratori, in solidarietà, hanno indetto uno sciopero spontaneo. In fabbrica sono immediatamente arrivati Carabinieri e Digos, ma Sasha non intende mollare: “Non mi scateno finchè non viene ritirato il trasferimento: vi ho difeso sempre quando ho potuto e ora io chiedo a voi di difendere me. Scioperate, smettete di lavorare subito – è l’appello che Sasha ha lanciato anche su Facebook -. Protestate per questo atto scellerato e meschino”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Vincitore Locarno
Fascismo imperante oramai.