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Alitalia, la proposta USB rimane la nazionalizzazione

Dopo mesi di attesa per l’apertura del confronto sul futuro di Alitalia ed a poco più di un mese dalla data del 31 ottobre, in cui si concentreranno scadenze molto importanti come contratto, cassaintegrazione e mandato ai Commissari, all’orizzonte non si vede ancora nulla di tangibile.
Anzi, in seguito ad attacchi mediatici, la struttura che il Ministro dei Trasporti aveva insediato con l’obiettivo di predisporre il piano Alitalia e di tutto il trasporto aereo ha cominciato a perdere pezzi importanti, aprendo interrogativi su chi adesso stia concretamente lavorando sul futuro della compagnia.
Pur non condividendola, abbiamo rispettato la decisione del Governo di non convocare le parti sociali e abbiamo preso atto del rinvio del tavolo per il confronto a fine settembre, momento in cui sarebbe dovuto essere pronto il progetto.
A oggi, non abbiamo capito se ci sia qualcosa di concreto su cui discutere.
Noi abbiamo registrato l’impegno pubblico assunto dal Governo fin dal suo insediamento di considerare le crisi industriali di Alitalia e Ilva come prioritarie da risolvere nell’interesse del Paese.

E’ compito dell’Esecutivo e in particolare del Mise mantenere gli impegni e gestire problemi di percorso, incluso il rapporto con l’attuale governance e i problemi legati alla squadra che lavora al progetto.

A noi, così come tutte le altre migliaia di lavoratori del trasporto aereo, interessa solo che si definisca il futuro di Alitalia e che si mettano in campo tutte le riforme necessarie per cambiare le condizioni di un settore che negli ultimi dieci anni ha macinato disoccupazione e tagli salariali con la stessa velocità con la quale ha registrato l’aumento da 130 a 200 milioni di passeggeri l’anno.

Interessa che non si fermi il progetto di rilancio e sviluppo di Alitalia, che si salvaguardi l’unità aziendale, l’occupazione, i salari e i diritti di ogni singolo lavoratore attraverso l’intervento pubblico fino alla nazionalizzazione, senza la quale non si trovano le risorse economiche necessarie.
Interessa che siano toccati i privilegi di chi si è arricchito con laute concessioni di beni comuni mentre il personale aeroportuale s’impoveriva e vedeva aumentare lo sfruttamento, fermando le folli e fallimentari
privatizzazioni che stanno distruggendo questo come tutti gli altri settori industriali.
Interessa che finalmente ci siano regole che siano valide e applicabili per tutti gli operatori e che e nessuno sia più permesso di fare come gli pare e piace senza pagare neanche tasse e contributi in questo paese.
Oggi abbiamo inviato una richiesta di convocazione urgente al Mise per aprire la fase di confronto su queste tematiche e chiediamo di fare la massima chiarezza nell’interesse dei lavoratori.
Ci aspettiamo un riscontro dopo di che decideremo le prossime iniziative, tra cui ci sarà la riattivazione delle assemblee e un eventuale presidio pubblico.
Su questi temi, USB rilancia la manifestazione nazionale del 20 ottobre sulle nazionalizzazioni!

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