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Sirti. I lavoratori dell’impianto di Casandrino bocciano l’accordo

È da poco terminato lo spoglio delle urne del cantiere Sirti di Casandrino (NA). Una valanga di No ha sommerso l’accordo sottoscritto da Fim Fiom Uilm in sede ministeriale. Su 279 votanti, 192 i voti contrari e solo 83 quelli favorevoli.

Tuttavia, quasi certamente (il condizionale è d’obbligo sino a quando non verrà reso pubblico il dato) l’accordo è stato approvato a livello nazionale.

I sostenitori del sì anziché argomentare e dibattere le ragioni della firma hanno preferito fare ricorso all’abusato metodo del terrorismo psicologico. La vicenda Almaviva è stata più volte utilizzata proprio per agitare lo spettro dei licenziamenti se non fosse passato il sì!

La verità è che, a fronte degli 833 licenziamenti dichiarati dall’azienda, tutti gli obbiettivi della delegazione sindacale, stabiliti unitariamente, sono stati disattesi dalla firma di un accordo che concede al management Sirti piena discrezionalità.

L’azienda passa sul principio della riduzione, sebbene temporanea per ora, di 3 giornate di festività, ovvero di salario.

Passa sul licenziamento non volontario dei cosiddetti pensionabili, ovvero coloro che nei due anni di Naspi matureranno la pensione.

Passa sul ricorso ad una gestione discriminatoria e unilaterale del contratto di solidarietà che colpirà in forma e misura diversa i lavoratori mentre crescerà il ricorso al lavoro ceduto in appalto.

Ciliegina sulla torta, l’azienda ottiene un tavolo sulla “produttività ” che intende riscrivere in peggio il pessimo contratto aziendale che già ha prodotto pesanti danni.

Era inevitabile finisse così?

No per diverse ragioni. In primo luogo non si è voluto promuovere vere ed efficaci iniziative di lotta. Gli scioperi proclamati da Fim Fiom Uil sono apparsi di semplice rituale accompagnamento della trattativa.

Come USB avevamo proposto una giornata di blocco di tutti i cantieri in contemporanea alla trattativa ma nessuno ha voluto raccogliere questa proposta.

In secondo luogo l’azienda aveva un bisogno assoluto di un accordo sindacale così costruito.

Senza accordo sindacale non avrebbe potuto licenziare i pensionabili, non avrebbe potuto imporre un contratto di solidarietà così poco solidale.

In sostanza senza accordo sindacale l’azienda si sarebbe esposta a un contenzioso insostenibile per lei.

Un punto di forza sindacale che non è stato agito e che poteva, da solo, impedire che pochi lavoratori pagassero un prezzo altissimo.

Ora che fare?

USB ha proposto ai lavoratori di Casandrino di aprire il confronto a livello territoriale con Sirti. Occorre rivedere l’inaccettabile sperequazione che colpisce i lavoratori della Campania. Si può e si deve fare.

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