Quando sentiamo i “politici” cianciare di magistratura faziosa o politicizzata perché li prende di mira, li sentiamo altrettanto silenti o complici quando la magistratura interviene sui problemi dei lavoratori con decisioni che ne ledono i diritti fondamentali.
L’Unione Sindacale di Base esprime forte preoccupazione per il decreto di rigetto deliberato dalla sezione Lavoro e Previdenza del Tribunale di Piacenza nei confronti del ricorso presentato dai 33 lavoratori licenziati dalla società SEAM Servizi Ambientali srl (la fornitrice di servizi nell’hub piacentino di GLS) per aver scioperato reclamando sicurezza sul posto di lavoro.
Il ricorso sosteneva il carattere antisindacale e discriminatorio del comportamento della società culminato nel licenziamento plurimo di quanti, scioperando, avevano “interrotto la prestazione” e “partecipato alla protesta”. Tale provvedimento repressivo era stato adottatto indiscriminatamente nei confronti degli iscritti ad USB, anche di quelli assenti dall’impianto per malattia o altre giustificate ragioni.
Il giudizio del tribunale piacentino, pur dovendo riconoscere che in un caso si è licenziato senza ragione e pertanto si dovrà reintegrare e risarcire il lavoratore, interviene nel merito delle motivazioni che generarono le proteste derubricandole quali “assenze ingiustificate” tali da legittimare il licenziamento.
Si tratta di una sentenza che mette in discussione il diritto di sciopero e che USB non intende lasciar passare nel silenzio. Nei prossimi giorni infatti verrà presentato ricorso e gli avvocati del sindacato sono pronti a dar battaglia sino all’ultimo grado di giudizio.
USB e i lavoratori interessati, nonché tutte le strutture apriranno una campagna nel paese in difesa del diritto di sciopero e di libera organizzazione sindacale. Rassegnati, silenti e asserviti non ci avranno mai, la lotta continua.
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