SI è svolto nel pomeriggio l’incontro convocato dal Ministro della salute Speranza e dal Ministro del lavoro Orlando con le parti sociali. Ancora una volta il governo convoca le organizzazioni sindacali a cose fatte, con la richiesta sostanziale di “prendere atto” delle decisioni già prese, come il decreto sul green pass nella scuola, e nell’intento di estenderne l’utilizzo al resto del mondo del lavoro per via “pattizia” con il consenso delle parti sociali.
USB ha ribadito che i provvedimenti del Governo, come il Protocollo sulle misure anticovid sottoscritti dagli altri sindacati sono misure che non contrastano la pandemia ma servono a garantire gli interessi delle imprese e a scaricare sulle lavoratrici e lavoratori le responsabilità e le mancanze del governo su scuola, trasporti e sanità, lo stesso PNRR targato UE poco o nulla prevede su questi nodi.
L’accesso al vaccino è un diritto, ma le vaccinazioni non possono diventare la soluzione sostitutiva di tutte quelle norme e degli investimenti necessari per garantire salute e diritti sociali. L’adozione del green pass nella scuola è la riprova di questa logica sbagliata: nulla si è fatto per mettere in sicurezza la didattica in presenza e ora con l’obbligo del green pass si consentono ulteriori deroghe come quella sul distanziamento, sotto la minaccia delle sospensioni.
Gli stessi protocolli covid sono serviti come “scudo” per le imprese, per derogare alle necessarie misure di sicurezza nei luoghi di lavoro. La Confindustria che aveva chiesto e ottenuto il non adeguamento dei documenti di valutazione rischi (DVR) per emergenza covid, oggi chiede di poter sospendere i lavoratori senza stipendio a seconda del possesso del green pass o della vaccinazione. Questo significa “convivere con il virus”: garantire ad ogni costo la produzione e i profitti, abbassare i costi delle misure anticovid e aggirare le norme sulla privacy.
Ma non esiste solo il covid: per USB sul tema della salute e sicurezza bisogna intervenire decisamente sul Testo Unico, alla luce del continuo massacro nei luoghi di lavoro, introdurre il reato di omicidio sul lavoro, rendere il medico competente sganciato dal datore di lavoro; aumentare il numero ed il potere delle verifiche e ispezioni, certificare la qualità della valutazione dei rischi e l’efficacia delle misure di prevenzione adottate dalle aziende. Gli stessi recenti infortuni mortali di Luana e Laila rendono necessarie norme per rendere impossibile la manomissione dei dispositivi di sicurezza delle macchine.
USB continuerà il proprio impegno per contrastare misure derogatorie e punitive, per rivendicare più diritti e migliori servizi pubblici adeguati all’attuale situazione, costruire anche su queste rivendicazioni il prossimo sciopero generale indetto dal sindacalismo conflittuale per ottobre.
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