Genova. È arrivato sotto la prefettura il corteo dei lavoratori di Ansaldo Energia partito stamattina al termine di un’assemblea che ha fatto il punto su una situazione definita disastrosa dall’rsu. Un migliaio sono scesi in piazza per chiedere un impegno concreto dell’esecutivo che attraverso il Mef è azionista di maggioranza dell’azienda:
“Chiederemo al Prefetto di uscire con un documento in cui si impegna con il governo a risolvere la situazione” spiega Federico Grondona, rsu Fiom. E alla domanda se le elezioni e i tempi tecnici per formare il nuovo governo non possono causare un rallentamento della vertenza risponde: “Ci risulta che in Italia un governo al momento ci sia, così come esiste Cassa Depositi e Prestiti ed entrambi devono fare delle scelte in tempi brevi”.
Il nodo secondo sindacati e lavoratori sta oltre che nella ricapitalizzazione nello sblocco di alcune commesse per la riconversione a gas di altrettante centrali a carbone. A breve il prefetto Renato Franceschelli riceverà una delegazione di lavoratori.
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Grondona ha definito la situazione “disastrosa sia dal punto di vista finanziario sia soprattutto dei carichi di lavoro”. Il problema, spiega Grondona, è che “l’azienda non riesce a prendere il lavoro e sarà un bagno di sangue senza commesse per il 2023. Il governo deve intervenire, non pagheremo noi il conto”.
Per l’rsu “il management si deve svegliare e andare a prendere commesse in giro per il mondo”. L’evoluzione, in caso contrario, sarà invevitabilmente la cassa integrazione: “Non credo che ci tengano lì a giocare a carte. Andremo dal prefetto a dire che il governo deve intervenire in tempi molto brevi, ossia ricapitalizzare e sbloccare quelle commesse con l’Enel o con Terna che sono state bloccate per politica energetica. La situazione è molto brutta anche per il contesto internazionale, ma noi lotteremo sino alla fine”.
“Non permetteremo che siano i lavoratori l’agnello sacrificale di scelte politiche e di strategie aziendali sbagliate” ha scritto in una nota l’rsu dopo l’incontro di ieri in Confindustria.
Il primo vero incontro “franco”, così l’ha definito la Fiom genovese, ha fatto emergere numeri sconfortanti: zero commesse e 200 mila ore di scarico di lavoro previste che potranno quindi coinvolgere fino a un terzo dei lavoratori dello stabilimento. “Si tratta di numeri pesanti − ha commentato il segretario della Fiom genovese Stefano Bonazzi − e sono quelli previsti fino a marzo. Poi, se non arriveranno commesse, saranno destinati a peggiorare”.
Le scelte di cui ha parlato l’rsu sono una combinazione letale. Ansaldo Energia, lo ha confermato il management, aveva già firmato con l’Enel tre importanti commesse: le centrali a carbone di Brindisi, Civitavecchia e La Casella da riconvertire a gas. Commesse “poi fermate dal governo per scelte di politica energetica a cui bisogna aggiungere le commesse firmate (linea generatori) per il mercato russo poi stoppate dal governo per le sanzioni” sottolinea a sua volta l’rsu.
Nessuna novità neppure sulla ricapitalizzazione da parte di cassa depositi e prestiti. Per questo è intenzione di sindacati e rsu di chiedere al governo “in quanto azionista di impegnarsi in scelte di politica industriale che facciano ripartire il mercato di Ansaldo Energia” spiega ancora il segretario della Fiom.
Sono questi i temi che vengono affrontati questa mattina. Al corteo si sono unite rappresentanze di lavoratori delle altre aziende industriali genovesi. In tutto in piazza ci sono circa mille lavoratori.
* da Genova24
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