Lo sciopero nazionale di 24 ore di tutti i ferrovieri indetto da USB Lavoro Privato, da domani 23 novembre dalle ore 21.00 a domenica 24 novembre alle ore 20.597 per gli addetti alla circolazione treni e per tutte le prestazioni lavorative del 24 novembre per gli altri addetti, che vede la partecipazione dell’Assemblea Nazionale del personale di macchina e di bordo, rappresenta un’altra tappa di un percorso che da un anno reclama un vero rinnovo del contratto nazionale dei ferrovieri, più tutelante e più partecipato.
Le rivendicazioni dei ferrovieri sono chiare e semplici: adeguati riconoscimenti salariali e professionali, maggiori riposi tra una prestazione e l’altra, una riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore per 4 giorni lavorativi ed il riconoscimento del lavoro usurante per i ferrovieri dell’esercizio. Un lavoro, quello in ferrovia, che negli ultimi anni è divenuto sempre più insostenibile sul piano fisico e sociale anche in relazione all’innalzamento dell’età pensionabile.
Una vertenza che ha visto, sciopero dopo sciopero, un’adesione sempre maggiore del personale ferroviario fino a punte di partecipazione che non si vedevano da molti anni e che invece il sistema obsoleto delle relazioni sindacali del settore si ostina a ignorare.
Questa ennesima azione di sciopero si rende ancora una volta necessaria per rivendicare il diritto ad un degno rinnovo contrattuale in quanto sia il Ministero dei Trasporti che il Gruppo FSI si rifiutano non solo di accogliere le rivendicazioni dei lavoratori ma anche di discuterne con le rappresentanze che stanno promuovendo la mobilitazione, assumendosene la responsabilità di tutti i disagi di fronte ai cittadini.
Così come non si prendono in considerazione i contenuti di una piattaforma costruita dal basso con il contributo di molti lavoratori e lavoratrici, condivisa da USB insieme ad altre Organizzazioni di Base, mentre si mantiene la trattativa lontano dalla categoria, in un contesto dove persino le Rappresentanze Sindacali Unitarie del gruppo FSI sono scadute da più di 6 (sei) anni. Un vero e proprio scandalo e un danno ai lavoratori che si vedono negato il diritto di scegliere i propri rappresentanti sindacali.
In questo contesto di mobilitazione generale si inserisce anche la specifica vertenza degli operai della manutenzione RFI contro l’accordo del 10 gennaio la cui applicazione a partire dal 3 giugno, come denunciamo da mesi, sta dimostrando tutta la sua drammaticità ed inefficacia.
Quindi, da domani si sciopera per il contratto, per un salario adeguato, per maggiori diritti, per garantire democrazia sui binari.
Da domani si sciopera per la dignità e la partecipazione dei ferrovieri al loro futuro!
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