«Ancora una volta un rinvio. Ancora una volta abbiamo assistito ad una logora pantomima fra avvocati e corte sulla legittimità delle oramai famigerate notifiche». È quanto si afferma in una nota sottoscritta da un cartello di associazioni dopo l’ennesimo rinvio del processo penale a carico di 13 imputati tra responsabili e dirigenti della Marlane Marzotto di Praia a Mare coinvolti nell’inchiesta sulla morte per tumore di una cinquantina di dipendenti dell’ex stabilimento tessile dismesso nel 2004. «La solita opposizione degli avvocati difensori dei 13 imputati del gruppo Marzotto – prosegue la nota – il solito rito del ritiro in camera di consiglio, e la solita sentenza di rinvio per difetto di notifiche. Anche questa volta un lungo rinvio: al 24 febbraio 2012. A nulla è servito l’appello fatto dal pm affinchè si superino queste pastoie burocratiche e si dia avvio al processo, a nulla è servito il presidio dei familiari e dei militanti del movimento e del sindacato che si è tenuto sin dall’inizio dell’udienza. Con questo nuovo rinvio bisogna parlare, più che di leggi, di coscienza. Coscienza per le sofferenze di intere famiglie abbandonate dallo Stato e dalle istituzioni, coscienza per chi ha sacrificato la propria vita per il lavoro, coscienza per i sopravvissuti che ancora soffrono per le malattie contratte in quella fabbrica diventata un campo di concentramento .La giustizia in Italia funziona così. Chi è forte vince, chi è debole paga. Ed eccoci al nuovo rinvio al prossimo 24 febbraio». «Noi ci saremo lo stesso – conclude la nota – con le nostre lenzuola bianche, simbolo degli ammalati di tumore dove è scritta tutta la nostra rabbia per questo processo che non si vuole celebrare». Il documento è stato sottoscritto da Si-Cobas coordinamento Calabria, Osservatorio Nazionale Amianto, Rete Difesa Territorio «Franco Nisticò, Csoa Rialzo Cosenza, Associazione Culturale Skatakatascia, U*CS Francavilla, Movimento Ambientalista del Tirreno, Acssa di Montalto Uffugo e Coessenza.
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