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Genova 2001: Corte dei Conti chiede un milione a 5 poliziotti violenti. Il Sap s’infuria

Di condanne serie per i poliziotti autori di pestaggi e vere e proprie torture contro i manifestanti inermi durante le contestazioni al G8 di Genova del 2001 i tribunali italiani non ne hanno emesse, ma una decisione della Corte dei Conti riporta a galla il marcio e già infuria di nuovo la polemica sui fatti di ormai 13 anni fa.
Il procuratore della Corte dei Conti di Genova ha infatti chiesto un risarcimento di oltre 1 milione di euro a 5 poliziotti e dirigenti di polizia che avevano preso parte al violento pestaggio di Marco Mattana, allora minorenne, e il solito Sap – sigla sindacale di estrema destra – è andato su tutte le furie.
I cinque agenti e dirigenti – l’allora vicequestore aggiunto della Digos di Genova, Alessandro Perugini, i sottufficiali Antonio Del Giacco, Enzo Raschellà, Luca Mantovani ed il sovrintendente capo Sebastiano Pinzone – sono stati portati in giudizio per il “danno d’immagine” che la Polizia e quindi lo Stato avrebbero subito a causa del loro comportamento.

Il procuratore contabile si riferisce al pestaggio subito da Mattana e il fermo di altri quattro ragazzi, fermo «avvenuto con particolare durezza e violenza» nonostante «nessuno dei fermati ponga in atto comportamenti di violenza nei confronti dei poliziotti». Proprio durante il fermo viene picchiato Marco Mattana. Secondo l’accusa, Perugini e Pinzone «non solo non erano intervenuti per fermare l’aggressione» da parte dei poliziotti «potendolo fare in virtù del loro grado, ma avevano posto in essere, in concorso con i colleghi, condotte attive e successive e lo avevano colpito con calci fino a causargli lesioni personali con prognosi di 20 giorni».

«Dunque resta del tutto priva di giustificazione – si legge ancora nell’atto di citazione – la vile aggressione alla quale è stato sottoposto il minorenne, ampiamente documentata in tutte le sue fasi da fotografie e filmati. Inoltre, le sentenze penali passate in giudicato offrono una ricostruzione attendibile ed incontrovertibile dell’accaduto, oltre che per i reati in cui vi è stata condanna anche per quelli per i quali è stata dichiarata l’estinzione per prescrizione».

Il Sap non ha perso l’occasione per ergersi a difensore dei suoi eroi ‘ingiustamente condannati’ così come ha già fatto per i quattro agenti responsabili della morte a Ferrara del giovane Federico Aldrovandi. “Non basta essere condannati in sede penale – ha commentato Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap – Non è sufficiente essere obbligati a rifondere un risarcimento civile che ti costringe a vendere anche la propria casa. Vogliamo poi parlare delle sanzioni disciplinari interne? Tutto questo, per qualche magistrato, è troppo poco. Adesso ci manca solo la richiesta di risarcimento di un milione di euro per danno d’immagine da parte della Corte dei Conti”.
“Ai delinquenti che devastano le nostre città – dice Tonelli – e agli amministratori arrestati per ruberie varie è stato mai contestato il danno d’immagine allo Stato? E’ curioso, per altro, che la richiesta venga dal procuratore Ermete Bogetti, che già nel 2007, quando era responsabile della magistratura contabile piemontese, contestò a svariati colleghi che avevano semplicemente fatto il proprio dovere durante alcuni scontri in Valdisusa un’analoga ‘azione di responsabilità per danno alla finanza pubblica per comportamento lesivo dell’immagine e del prestigio del Corpo e dello Stato. Non aggiungo altro”.
E invece il segretario del Sap aggiunge, e come: “Per quel che riguarda i nostri iscritti valuteremo i termini e i modi per tutelarli. Vicende come questa confermano, ancora una volta, la necessità di introdurre nel nostro ordinamento una serie di misure relative all’ordine pubblico che consentano ai poliziotti di operare con maggiore serenità e ai cittadini di poter manifestare pacificamente. Le presenteremo proprio stamani, 2 luglio, alla sala Nassiriya del Senato, ore 12, in una conferenza stampa alla presenza di parlamentari di tutti principali schieramenti politici, da destra a sinistra”.
Qui sotto il video del pestaggio a cui fu sottoposto l’inerme Marco Mattana, ripreso in diretta da numerosi fotografi e cameraman la cui presenza non fermò la furia dei cinque agenti. Giudichino i nostri lettori se la richiesta della Corte dei Conti costituisce o meno una ‘persecuzione’ nei confronti dei poliziotti violenti, come afferma il Sap.

                  

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1 Commento


  • catia

    Se chi sbaglia, comincia a pagare, penalmente ed economicamente, sia questi un ladro , un poliziotto, un politico o un giudice… comincerebbero a fare per bene!!!!!

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