Come in Italia, ma con il discutibile privilegio di essere la fonte di ispirazione delle correnti fasciste corposamente presenti nella polizia italiana.
È di nuovo bufera sulla polizia di New York e sui suoi metodi. Un video ritrae alcuni agenti fermare Eric Garner, accusato di un reato “teeribile” come la vendita illegale di sigarette.
L’uomo appare nel video assolutamente pacifico, alza le mani e chiede di non essere toccato. Naturalmente i poliziotti fanno come preferiscono. Viene bloccato e buttato per terra, con uno degli agenti che gli serra un braccio intorno alla gola.
«Era un gigante buono, lo hanno ucciso, lo hanno strozzato» denuncia la moglie di Garner riferendosi alla stazza del marito, un omone afroamericano di circa 160 chilogrammi.
«Non posso respirare. Non posso respirare», dice Garner nel video shock, fino a che smette di agitarsi. I soccorsi vengono a quel punto chiamati, ma è tardi. L’uomo muore per un attacco di cuore durante il tragitto in ospedale.
Si vedono otto poliziotti intorno a Garner, ma nessuno di loro gli offre aiuto: l’unico gesto è stato quello di vuotargli le tasche. Dal video emerge solo una voce, di uno degli agenti che invita gli altri a lasciarlo stare.
Alla fine l’ambulanza arriva rapidamente, ma quando per Garner non c’è nulla da fare. A fermarlo con il braccio intorno a collo, è l’agente Daniel Pantaleo, a cui sono stati tolti il distintivo e la pistola: sospeso dal servizio. Un’indagine sulla morte e una interna alla polizia sono state aperte. Atti che però non bastano a placare le polemiche, alimentate fino a oggi dalla diffusione virale del filmato amatoriale di sette minuti su YouTube.
Centinaia di persone si sono radunate ieri a Harlem per ascoltare parole di denuncia dal reverendo Al Sharpton durante il rito funebre in memoria di Garner.
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