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Stati Uniti. La polizia continua a uccidere a freddo gli afroamericani

Due shooting in soli cinque giorni. Venerdi scorso c’era stata l’uccisione a colpi d’arma da fuoco di un nero a Lafayette in Louisiana.

Si tratta di Rayford Pellerin, afroamericano di 31 anni, che è stato colpito a morte venerdì sera dai poliziotti.
La versione della polizia è che gli agenti sono stati chiamati in un minimarket poco dopo le 20 di venerdì in risposta a una chiamata che parlava di “una persona armata di coltello”.

Quando sono arrivati gli agenti, Pellerin si trovava nel parcheggio del negozio. Hanno cercato di arrestarlo ma lui si è allontanato e i poliziotti lo hanno seguito a piedi. Secondo la dichiarazione della polizia hanno prima usato i taser per bloccarlo,”ma sono stati inefficaci”. A quel punto gli hanno sparato numerosi colpi di pistola (10 o 11) uccidendolo. Un video testimonia la vera e propria esecuzione di Pellerin da parte degli agenti.

Dopo la morte di Pellerin, centinaia di persone sono scese in piazza a Lafayette contro le continue uccisioni da parte dei poliziotti. I manifestanti si sono scontrati con la polizia dopo aver bloccato la strada vicino ad un distretto di polizia,.

Adesso viene fuori un altro caso a a Kenosha  nel Wisconsin, dove i poliziotti hanno sparato 7 colpi alle spalle e a bruciapelo contro un afroamericano, ferendolo gravemente, mentre stava rientrando nella sua automobile. Jacob Blake, questo è il suo nome, rimarrà paralizzato a vita a causa delle ferite.  Anche questa mancata esecuzione è stata ripresa in un video.

A Kenosha la reazione dei manifestanti è stata potente e clamorosa arrivando a demolire il distretto carcerario.

Per essere certi che il loro atto fosse correttamente interpretato hanno scritto sull’unità parte di muro rimasto in piedi: “Ora ci ascoltate?”.

Negli scontri a Kenosha risultano esserci un morto e due feriti.

https://www.facebook.com/shaunking/videos/230742671596303

 

Nonostante le massicce proteste nelle città statunitensi dopo l’uccisione di George Floyd, non sembra che le regole di ingaggio delle polizie statali negli Usa siano cambiate. Si continua a sparare per uccidere.

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2 Commenti


  • Roberto81

    La polizia americana si comporta in questo modo con tutti, non solo con i neri. Fa parte della loro prassi usare le armi per uccidere in un modo che agli occhi di un europeo è totalmente sproporzionato alla situazione. In molti casi ciò avviene con persone con squilibri psichici e quindi incapaci di rispondere in modo adeguato agli ordini dei poliziotti.. Negli Stati Uniti, semplicemente, se non fai quello che ti dicono ti ammazzano, perché usano la pistola mirando al bersaglio grosso e sparano finché il soggetto non cade a terra incapace di reagire.


    • Redazione Contropiano

      Sarà… Ma le statistiche dicono altro. Pur non esistendo un database ufficiale nazionale, le persone uccise da agenti di polizia dal 2013 al 2019, sono state secondo alcuni archivi privati 7.663 persone, ovvero in media 1.100 l’anno e circa 0,34 ogni 100mila abitanti.
      Nello stesso periodo, le forze di polizia hanno ucciso il 30% in meno di persone, secondo i dati del progetto Mapping Police Violence, soprattutto nelle grandi città (dove più frequente è la disponibilità di telecamere e smartphone per riprendere le scene), mentre c’è un consistente aumento nelle aree extraurbane.
      Le due tendenze si intrecciano, così che il numero annuale di uccisi rimane grosso modo costante.
      Gli afroamericani rappresentano il 24% delle vittime di questo genere di omicidi, benché costituiscano appena il 13% della popolazione.
      Ergo: essere nero costituisce un pericolo doppio rispetto a quello corso da altre etnie o “colori” (i documenti vengono presi dopo, non chiesti prima).

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