Il primo effetto è stato il licenziamento di Laura Soave (responsabile brand e marketing della Fiat negli Usa), la causa è stato il flop della Fiat 500 negli Stati Uniti. Secondo Wall Street Italia“ La verita’ e’ che il Ceo del gruppo Fiat/Chrysler, Sergio Marchionne, appare sempre piu’ un giocatore di poker, aggressivo e cinico, il cui bluff potrebbe essere presto scoperto”. Molti analisti pensano che il Marchionne sia stato geniale a salvare il Lingotto dal crack qualche anno fa, “ma molti altri esperti del settore auto ritengono che non siano piu’ tempi di ambizione unita alla sola finanza, e’ proprio l’industria – cioe’ l’auto, i prodotti, i modelli che piacciono al mercato – che qui langue”. Marchionne e’ riuscito a investire meno di 2 miliardi di dollari in liquidi, consolidando in bilancio la Chrysler ossia piu’ piccola delle tre Big di Detroit, (le altre sono Ford e General Motors) che però ne valeva 8,3 sulla base dei conteggi dell’amministrazione Obama ai tempi del salvataggio (fine 2008) ma con un patrimonio netto tangibile negativo per 9,2 miliardi di dollari.
Secondo alcune fonti l’indebitamento complessivo del gruppo Fiat/Chrysler ammonta a 40,5 miliardi di euro e potrebbe arrivare presto a circa 45 miliardi, sommando ai debiti consolidati (26 miliardi, che si stanno avvicinando a 30) i 14,5 miliardi di Fga Capital, la joint venture con il Crédit Agricole avviata per finanziare gli acquisti della clientela. Nel 2010 il gruppo automobilistico controllato della famiglia Agnelli aveva quasi 31 miliardi di euro di indebitamento finanziario totale, pari al 255% del capitale netto ma con una posizione finanziaria netta inferiore (-43%) di 17,4 miliardi dovuta a 13,4 miliardi di liquidità.
Ma veniamo alle notizie dell’ ultimo mese e mezzo, non circolate in Italia, ma ben riassunte da Wall Street Italia del 26 dicembre:
1) Laura Soave, 39 anni, responsabile del brand e marketing di Fiat 500 in Nord America, e’ stata silurata dopo appena 20 mesi dalla nomina; al suo posto e’ stato chiamato l’11 novembre scorso Timothy Kuniskis, 44 anni, veterano Chrysler con 19 anni di carriera a Detroit.
2) Le vendite della Fiat 500 negli Stati Uniti sono alla fine dell’anno meno della metà rispetto alle stime previste nel budget 2011. Un clamoroso, terribile flop, che non ha nulla a che fare con il mercato o la recessione ma solo con il lancio di un modello sbagliato e non adatto al mercato americano.
3) Decine di dealer Usa che hanno firmato un contratto di esclusiva con Fiat sono oggi sull’orlo della bancarotta, per impegni finanziari divenuti insostenibili: le vendite della 500 hanno già toccato un picco e sono stimate in ulteriore calo, stando agli ultimi report della stampa specializzata.
4) La National Highway Traffic Safety Administration Usa il 9 dicembre ha affibbiato alla Fiat 500 un rating sulla sicurezza di 3 stelle, il peggiore in assoluto assegnato finora negli Stati Uniti a un nuovo modello auto. Questa è la notizia più recente ed è destinata a incidere pesantemente sulle vendite già insoddisfacenti della 500 in America.
Partendo da queste ultime news, ci si chiede con quale superficialità il vertice del Lingotto (Marchionne con i manager del team tecnico) possa aver pianificato il lancio di un’auto nuova negli Stati Uniti senza aver prima dato per acquisito l’ottenimento dei requisiti anche tecnici necessari al successo, in un mercato come quello Usa particolarmente competitivo e affollato dei migliori competitor mondiali.
Il giudizio dell’ente federale Usa sulla sicurezza è netto. La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha assegnato 4 stelle sulla sicurezza della Fiat 500 in un incidente frontale e negli incidenti in cui si verifica un cappottamento ma ha affibbiato 2 stelle negli incidenti con impatto laterale.
L’agenzia federale americana lo ha annunciato sul suo website safercar.gov. Il rating è peggiore di altre auto piccole della stessa categoria e soprattutto peggiore della grande maggioranza dei veicoli di ogni categoria venduti in America. Per adesso solo altre due auto – la Dodge Caliber (Chrysler) e il SUV Ford Escape hanno ricevuto 3 stelle per la sicurezza da parte della NHTSA (durata video: 6:16).
L’agenzia federale Usa segnala (vedere link sopra) che un maschio di media corporatura alla guida riceve 5 stelle in termini di protezione, ma una donna di media corporatura al posto del passeggero (sedile di destra) ha 2 stelle in termini di protezione. Secondo la NHTSA un passeggero sul sedile posteriore soffre ferite alle costole peggiori dell’usuale.
Ma torniamo al management responsabile del lancio di Fiat 500 negli Usa. Per quanto riguarda Kuniskis, il nuovo manager che ha sostituito Laura Soave, “eredita una rete di concessionari che non ha avuto un attimo di tregua e che ha investito pesantemente in saloni di vendita per i quali il fatturato è molto meno di quanto il ceo di Chrysler-Fiat Sergio Marchionne avesse progettato dal franchise di un modello singolo, la piccola Fiat 500”, scrive l’autorevole Automotive News di Detroit.
Marchionne aveva predetto che la Fiat 500 avrebbe venduto 50.000 auto all’anno in Nord America.
Dal lancio lo scorso marzo le vendite negli Stati Uniti, Canada e Messico sono state di 21.380 auto fino a ottobre, ha detto il portavoce di Chrysler Ariel Gavilan. Secondo l’azienda 130 concessionari vendono la Fiat 500 (dati di ottobre) “ma solo 101 hanno per ora effettuato vendite”. Da notare che la BMW ha venduto quest’anno sul mercato Usa 47.050 Mini fino a ottobre, si tratta del modello diretto concorrente della 500, reperibile in 90 concessionari e per il cui marketing i tedeschi hanno un budget limitato. Fino a tutto novembre Chrysler ha venduto 17.444 Fiat 500 negli Stati Uniti, con 11.200 unità ferme all’1 dicembre, un magazzino di 173 giorni. Chrysler Group riporta vendite di appena 1.618 Fiat 500 a novembre, il terzo mese consecutivo di vendite in calo rispetto al mese precedente.
Le vendite di Fiat 500 vanno così male che Chrysler Group ha sospeso la produzione a dicembre del motore da 1.4 litri FIRE con cui e’ equipaggiata l’auto, ha detto uno dei responsabili sindacali della UAW (United Auto Worker) di Detroit.
Questa situazione “ha cominciato a preoccupare i concessionari – scrive Automotives News – alcuni dei quali hanno investito fino a $3 milioni in negozi con un franchise unico obbligatorio dove può essere venduto un solo prodotto. Alcuni di questi dealers dicono che stanno perdendo decine di migliaia di dollari ogni mese”.
Tenendo conto che Timothy Kuniskis ha rilanciato una massiccia campagna pubblicitaria in tv, in onda in questi giorni negli Usa, con J-Lo (Jennifer Lopez) come testimonial (ciò potrebbe però alienare i potenziali acquirenti maschi) sentiamo cosa dicono gli analisti americani del settore auto. Joe Langley, senior analyst di LMC Automotive, dichiara: “Lo stile iconico e grazioso della 500 la porterà solo fino ad un certo punto del mercato, passata la fase di chi compra sull’onda dell’ultima moda. Senza prevedere un messaggio di marketing più preciso per il brand, la Fiat avrà difficoltà a strappare clienti da altri marchi che sono invece ben conosciuti e stabilizzati in America”.
Alan Baum di Baum and Associates dice che “la Fiat 500 non è stata disegnata per il mercato degli Stati Uniti, ma invece semplicemente piazzata lì”. Secondo Baum i problemi sperimentati con il lancio della Fiat – dopo 27 anni di assenza dal mercato – “hanno reso la vita difficile ai concessionari, ai quali e’ stato chiesto di investire sostanziali somme di denaro per le nuove showrooms”. “Ciò continuerà ad avere un impatto, e sta già pesando sul rilancio dell’Alfa Romeo sul mercato Usa”, ha spiegato Baum all’Agence France Press. Secondo Langley le vendite della Fiat 500 hanno toccato già il picco massimo, e nonostante gli sforzi e gli investimenti massicci del gruppo nella campagna di spot in Tv a livello nazionale (Usa) per i prossimi mesi i numeri cominceranno a calare.
L’opinione generale è comunque quella dettata dal buon senso. E’ difficile vendere la Fiat 500 negli Stati Uniti perché è un’auto piccola che costa molto cara (15.500 dollari il modello di partenza).
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sezione provinciali di Sassari del Partito Comunista dei Lavoratori per la IV Internazionale
Il fallimento di Marchionne negli USA rafforza la linea della nazionalizzazione senza indennizzo di tutto il sistema del credito e delle aziende che licenziano i lavoratori. Il PCL per la IV Internazionale con realismo rivoluzionario si batte per un governo dei lavoratori, l’unico che può realizzare quelle misure. Il fallimento di Marchionne provocherà un ripensamento fra quei lavoratori che avevano votato favorevolmente gli accordi della vergogna e della miseria. La sinistra operaia alla Fiat è favorita dal fiasco della 500, perché è un dato decisivo per far diventare maggioritaria la linea della lotta per l’esproprio della Fiat, per il rovesciamento del governo Monti e per un governo dei lavoratori. La sinistra operaia nella FIAT dovrà fare l’agitazione in tutto il settore automobilistico in Europa e in questo momento particolare, con i lavoratori delle Peugeot sotto attacco, 5.000 licenziamenti, per l’espropriazione dei padroni che licenziano.
Sezione provinciale di Sassari PCL per La IV Internazionale