Nel mese di aprile il debito pubblico italiano e’ salito a 2.041,2 miliardi di euro da 2.034,7 del mese di marzo. Si tratta del nuovo massimo storico reso noto dai dati diffusi oggi dalla Banca d’Italia nel Supplemento di finanza pubblica.
Nel periodo 2009-2013, “la mancata crescita nominale del Pil ha superato i 230 miliardi”, aveva detto due settimane fa il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, sottolineando come “l’adozione di una linea severa di austerità non ha impedito che gli obiettivi programmatici assunti all’inizio della legislatura fossero mancati. Anzi, alla luce dei risultati, l’intensità delle politiche di rigore adottate dalla generalità dei Paesi europei è stata, essa stessa, una rilevante concausa dell’avvitamento verso la recessione”.
A quanto ammontava il debito pubblico nel 2009? Nell’anno preso considerazione dalla Corte dei Conti – il 2009 – il debito pubblico aveva superato i 1760 miliardi contro i 1662 di fine 2008.
Ciò significa che dall’anno in cui è stata conclamata l’inizio della crisi – il 2008 – il debito pubblico è aumentato di ben 379 miliardi di euro in presenza di pesanti tagli alla sanità e alla scuola, riduzioni delle prestazioni pensionistiche, licenziamenti e blocco dei salari e delle assunzioni dei lavoratori pubblici, tutte misure effettuate proprio per ridurre il debito pubblico.
Nel 2010, ad esempio, quando lo spread era ancora basso, gli interessi passivi pagati dallo Stato sul debito pubblico, al netto di eventuali redditi da capitale, ammontavano a 79,35 miliardi di euro. Nel 2011, lo Stato aveva ottenuto un avanzo primario di 16 miliardi, ma gli interessi sul debito, pari a 78 miliardi (nel 2012 sono saliti a circa 90 miliardi), hanno causato un deficit di 62 miliardi.
Con un debito che nel 2013 è già salito a 2.041 miliardi, quanti interessi verranno pagati a fine anno? E a chi andranno in tasca? L’84% dei titoli del debito sono nelle mani di banche, assicurazioni, fondi di investimento italiani e stranieri.
Stanno attuando tagli al sistema sanitario nazionale per 31 miliardi di euro entro il 2015. La controriforma Fornero produrrà tagli alle prestazioni previdenziali per 80 miliardi nel 2020.
Voi dite che c’è qualcosa che non funziona?
Le altre puntate
https://www.contropiano.org/economia/item/17133
https://www.contropiano.org/economia/item/17165
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa