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L’inferno UE. 24 milioni di disoccupati in più entro il 2030

Milano Finanza on line ha pubblicato ieri un articolo su una ricerca della McKinsey,  nota società di consulenza americana molto apprezzata dalla classe dominante europea e americana.

Secondo questa ricerca, entro il 2030, complici Covid e l’automazione dei processi produttivi, l’Europa perderà 24 milioni di posti di lavoro, corrispondenti al 10% del totale. Ad essere colpiti soprattutto industria, commercio al dettaglio, settore turistico, tra cui quello alberghiero, immaginiamo grazie all’esplosione di piattaforme come Booking e Airbnb, che facilitano il passaggio a un modello “individual-familiare”.

Sarà soprattutto conseguenza dell’automazione dei processi, visto che entro il 2030 quasi un quarto dei lavori sarà completamente automatizzato. Ci sarà una drastica polarizzazione dei luoggi del lavoro verso le metropoli, che assorbiranno il 50% di tutto il lavoro (contro il 32% attuale). Infine, con le trasformazione tecnologiche, 90 milioni di lavoratori europei avranno bisogno di una diversa formazione.

Ovviamente, per Mckinsey, che “forma” i Ceo delle multinazionali e delle medie e grandi imprese, non è contemplata come rimedio alcuna riduzione dell’orario di lavoro.

Anzi, visto che da trent’anni l’Europa (ma anche gli Usa) adotta il modello di ricerca del profitto tramite pluslavoro assoluto – allungamento della giornata lavorativa (giornaliera, settimanale, mensile, fino all’allungamento dell’età pensionabile) – la  disoccupazione possibile, risultante tra automazione e allungamento della giornata lavorativa, potrebbe essere molto più alta.

Anche perché è alla base del “modello matematico” della Commissione Europea su cui si basa l’output gap e la crescita potenziale di un Paese Ue.

Insomma, un autentico inferno che le menti pensanti del capitale stanno mettendo a punto, unito all’euro e all’Ue.

Conseguenza vuole – in questo “modello”  di accumulazione – che ci sia flessibilità, dunque precarietà e riduzione dei salari. Con questi livelli i lavoratori difficilmente potranno farsi una vita, una casa e una famiglia in una metropoli.

Ecco perché i giornali da qualche tempo esaltano il “co-living”, il vivere insieme dei quarantenni professionalizzati secondo il modello “Sex and City“.

Ai ventenni, trentenni, quarantenni gli daranno spritz, discoteche e altro, visto che non avranno tempo per organizzarsi per fare resistenza a quest’inferno. Poco spazio, poco salario, niente riproduzione e tanto lavoro (orario di…) e passatempi fast. Una carcerazione light, che bisogna pur abbellire in qualche modo…

Ma la Storia è sempre piena di sorprese…

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