Sono solo 2,2 milioni i cittadini italiani che percepiscono il reddito di cittadinanza o la pensione di cittadinanza, a questi vanno aggiunti 285 mila cittadini stranieri. Il tutto per un assegno con importo medio di 549 euro. Sono questi i dati diffusi dall’Osservatorio Inps sulla realtà dell’unico provvedimento contro la povertà introdotto in Italia, uno strumento esistente in tutta in Europa tranne che nel nostro paese fino a quattro anni fa.
La povertà assoluta ha confermato sostanzialmente i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia dovuta al Covid-19.
In Italia nel 2021, secondo l’Istat sono in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale da 7,7% nel 2020) e circa 5,6 milioni di individui (9,4% come l’anno precedente).
Se poi andiamo a vedere la povertà relativa, qui l’incidenza è salita all’11,1% (da 10,1% del 2020) e le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni (erano 2,6 milioni nel 2020) cioè circa 8,8 milioni di persone.
Quindi le persone che percepiscono il Reddito o la Pensione di cittadinanza sono meno della metà delle persone ritenute in povertà assoluta e meno di un quarto di quelle in condizione di povertà relativa.
Nel mese di dicembre 2022, i nuclei beneficiari di Reddito di cittadinanza o di pensione di cittadinanza sono stati solo 1,17 milioni (1,05 milioni RdC e 123mila PdC), con 2,48 milioni di persone coinvolte (2,35 milioni RdC e 139mila PdC) e un importo medio erogato a livello nazionale di 549 euro (580 euro per il RdC e 291 euro per la PdC).
La platea dei percettori di Reddito di cittadinanza e di Pensione di cittadinanza è composta, sempre a dicembre 2022, da 2,20 milioni di cittadini italiani, 201 mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno Ue, 84 mila cittadini europei, 3600 familiari delle precedenti categorie o titolari di protezione internazionale.
Per i nuclei con presenza di minori (367mila, con 1,3 milioni di persone coinvolte), l’importo medio mensile è di 679 euro, e va da un minimo di 593 euro per i nuclei composti da due persone a 739 euro per quelli composti da cinque persone. I nuclei con presenza di disabili sono quasi 204 mila, con 456 mila persone coinvolte. L’importo medio è di 491 euro, con un minimo di 389 euro per i nuclei composti da una sola persona a 700 euro per quelli composti da cinque persone.
La distribuzione per aree geografiche vede 425 mila persone beneficiarie della prestazione sociale al Nord, 327 mila al Centro e oltre 1,7 milioni nel Sud e nelle Isole.
Nel 2022 i nuclei beneficiari di almeno una mensilità di reddito di cittadinanza o di pensione di cittadinanza sono stati 1,69 milioni, per un totale di 3,66 milioni di persone coinvolte.
Per quanto riguarda gli anni precedenti, risulta che i nuclei beneficiari di almeno una mensilità di RdC/PdC nell’anno 2019 sono stati 1,1 milioni, per un totale di 2,7 milioni di persone coinvolte; nel 2020 i nuclei sono stati 1,6 milioni, per un totale di 3,7 milioni di persone coinvolte. I numeri sono saliti ulteriormente nel 2021: infatti i nuclei beneficiari di almeno una mensilità sono risultati quasi 1,8 milioni, per un totale di poco meno di 4 milioni di persone coinvolte. Nel 2022 si è registrata una flessione: 1,7 milioni di nuclei per un totale di 3,7 milioni di persone.
L’importo medio mensile erogato è crescente nel tempo: complessivamente è aumentato dell’11%, passando da 492 euro nell’anno 2019 a 546 euro nel 2021.
Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di Bilancio il taglio deciso dalla manovra finanziaria del governo Meloni potrebbe far perdere il reddito di cittadinanza al 38.5% dei nuclei familiari (e al 23% delle persone) che oggi lo ricevono, si tratta di quasi 400mila famiglie.
Sulla base dei dati forniti dall’Inps ma ancora di più sulla base della realtà dell’impoverimento di ampie fasce della popolazione e di un minimo senso di giustizia sociale, appare evidente che l’istituto del Reddito di Cittadinanza andrebbe esteso e non abolito.
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Rina Vittoria Ridoniidoni
In Italia non possono e non devono esistere famiglie povere. I casi sono da constatare, ma persone che non hanno l’essenziale per vivere, non devono essere dimenticate ma aiutate a vivere decentemente nel
nostro Paese, dove le persone normali lavorano, devono e possono lavorare per guadagnarsi degnamente la vita. Dobbiamo onorare questo sacro principio, tutti .
Frisbi
la povertà non c’è in Italia perché il lavoro non manca. diciamo che manca la voglia di lavorare.
Redazione Contropiano
Caro signor Frisbi, questa è decisamente è una stupidaggine
Doriana Nocioni
Il signore che ha detto che il lavoro c’è in Italia si informi delle paghe, 600 euro per guardare 2 bambini per 10 ore al giorno le sembra un lavoro o uno sfruttamento?! Se devi pagare affitto bollette benzina per andare al lavoro, mangiare e speriamo che non ti ammali perché è pure senza regola… Si parla facile con il culo coperto!
Caterina
Per questo la gente dorme sotto i ponti nelle macchine ed abita nelle case popolari e va a mangiare nei caritas.
Proprio perché non manca il lavoro, non mancano gli stipendi e non gli manca nada.
Lo fa perché non cè la povertà…
A dormir per strada e nel freddo.
Nel mentre Meloni guadagna 150.000 euro dichiarati….
Antonella
io separata senza mantenimento perché lui è dosoccupato ho 55 anni e una quinta elementare chi mi da un lavoro a me?