E’ un vero tsunami di sgomberi quello che le forze del cosiddetto ordine stanno portando avanti da qualche settimana a questa parte a livello nazionale, per lo più nei confronti di occupazioni a scopo abitativo ma, come nel caso di questa mattina a Genova (città governata da un’amministrazione Sel-Pd), ci è finito anche uno storico centro sociale, occupato ormai da dieci anni.
Poco prima dell’alba un imponente schieramento di polizia e di vigili urbani ha accerchiato l’ex facoltà di economia di via Bertani chiudendo varie strade al traffico. Una cinquantina di agenti hanno fatto irruzione nel palazzo, allontanando le due persone che erano all’interno ed hanno preso possesso della struttura mettendo i sigilli al centro sociale Buridda su mandato della procura del capoluogo ligure che ha disposto il sequestro preventivo dello stabile dopo la denuncia presentata dagli uffici del Patrimonio.
Mentre le operazioni di sgombero erano in corso il tam tam fatto partire dallo Sportello per il Diritto alla Casa sulle reti sociali ha richiamato sul posto un certo numero di attivisti e di simpatizzanti,
Il provvedimento di sequestro risale alla fine del 2012 ed è stato firmato dal gip Roberto Fucigna su richiesta dei pubblici ministeri Cotugno e Ranieri Miniati. Contro il centro sociale erano stati presentati vari esposti da parte di un giudice della Corte di appello di Genova, residente nella zona. Ufficialmente Tursi dice di non sapere nulla dello sgombero, ma i giovani arrivati di corsa in via Bertani la pensano diversamente: “E’ una chiara decisione politica” denunciano gli attivisti che nel corso della mattinata hanno diffuso un primo comunicato su quanto accaduto all’alba:
“Alle prime ore del giorno hanno sgomberato la Buridda, il laboratorio sociale della 11 anni occupa gli spazi abbandonati di via Bertani 1.
Riteniamo questa azione un atto politico del Comune di Genova, che dopo aver affossato una trattativa iniziata anni fa, ha deciso di andare muro contro muro nei confronti di una realtà che oltre a creare socialità, in questi anni ha creato cultura e dato risposte che le istituzioni non sono più in grado di dare.
A questo momento di estrema sofferenza per la città (scarpino, AMT, Piaggio, riparazioni navali, emergenza abitativa) il sindaco Doria pensa bene di rispondere con sgomberi e denunce nascondendosi dietro la sua proverbiale ignavia.
Non staremo a guardare, come non siamo stati fermi contro le ingiustizie che ci colpiscono quotidianamente, così con più forza faremo sentire la nostra voce per restituire alla città il patrimonio di cultura, socialità, spazi che è il Laboratorio Buridda”.
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