In piu di un migliaio per il Primo Maggio in piazza Verdi: il corteo è partito verso le 10.30 con semplici e decise parole d’ordine: “Un primo maggio senza padroni ne padrini”. In aperta polemica con quanto accaduto oggi a Bologna. In piazza Maggiore infatti, è stata messa in scena la rappresentazione del fallimento politico di questo Paese: un primo maggio a cui i sindacati concertativi, CGIL CISL e UIL hanno invitato alla partecipazione ai comizi il padronato, Lega Coop e Condfindustria. Imprenditori accanto ai lavoratori dunque, a supporto dell’ideologia degli interessi generali (gli interessi di chi?), per chi crede ancora che questo sistema sia in qualche modo riformabile.
Mentre la saga del compromesso e degli accordi infami tra rappresentanti sindacali e padronato aveva luogo nel cuore di Bologna, il corteo promosso da USB a cui hanno molte delle realtà politiche e sociali cittadine ha sfilato per la città per un primo maggio nelle strade, ricco di contenuti e di rivendicazioni.
Lavoratori dell’USB ad aprire il corteo, provenienti da tutta la regione, lavoratori della scuola pubblica, dai trasporti alla logistica, cooperative sociali, Asia,… a fianco dei lavoratori del Si Cobas; dietro altre realtà sociali e politiche cittadine con striscioni e bandiere. Tra i temi rivendicati questo 1 Maggio, quello dei referendum contro il finanziamento alle scuole private, che si terrà a fine maggio a Bologna, quello dei No People Mover, che hanno denunciato lo spreco di denaro pubblico davanti ai cantieri del TAV, attivisti del movimento di lotta per la casa, che hanno affisso una bandiera sulla torretta della Stazione Centrale, laboratorio Crash contro le prove invalsi, e molti molti altri.
La Rete dei Comunisti, solidale con tutte le rivendicazioni del corteo, ha srotolato uno striscione dalla Montagnola “Rompere con l’Unione Europea, per l’alleanza Mediterranea”, presentando con un solo slogan la proposta e la possibilità di un’alternativa credibile di uscita dal sistema capitalistico in crisi che sta massacrando i lavoratori, una proposta che guarda alla possibilità reale di riscatto rispetto all’austerity imposta dalla Troika, per un alleanza tra i popoli mediterranei che tragga esempio dall’esperienza dell’ALBA in America Latina, un’alleanza tra i lavoratori dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, dalla Grecia al Portogallo, dal Marocco a tutto il Nord Africa, contro il progetto e la nascita del polo imperialista rappresentato oggi dall’Unione Europea.
C’è stato un momento di tensione in via Indipendenza quando la polizia ha sbarrato la strada separando, come aveva fatto il 25 Aprile a Montesole, i lavoratori dai rappresentanti dei veri poteri forti di questo paese, ma il corteo è presto proseguito verso la Caserma Sani, dove As.I.A USB continua un presidio permanente dallo scorso inverno, rivendicando il diritto agli spazi e al riuso degli stabili inutilizzati e invenduti contro l’emergenza abitativa che tocca sempre più persone.
Mentre in Piazza Maggiore continuava la saga delle bancarelle, una gran parte di questa città ha dimostrato di aver scelto un’altra strada rispetto a quella della concertazione e degli accordi fatti contro e sulla pelle di lavoratori e precari.
Un buon primo maggio a tutti i lavoratori che producono conflitto, che l’hanno prodotto e che continueranno a produrlo per difendere i propri diritti e un assicurarsi un futuro dignitoso e solidale.
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