Sono giorni di straordinari per la forze dell’ordine e per i loro responsabili politici al ministero di Alfano. Per la seconda volta nel giro di pochi giorni i destinatari delle non richieste attenzioni dei celerini sono stati di nuovo gli studenti milanesi, che oggi sono scesi in piazza per protestare contro i tagli alla scuola pubblica.
Per l’occasione alcuni studenti hanno colorato di rosso la fontana di Piazza Cairoli, dov’era fissato il concentramento, per denunciare e simboleggiare il dissanguamento dell’istruzione pubblica a favore di quella privata.
Dopo essere arrivato in piazza Duca d’Aosta, il corteo composto da un migliaio di ragazzi e ragazze che era partito poco dopo le 10 di questa mattina sfilando dietro uno striscione che recitava “Blocchiamo il Consiglio. Diritto allo studio subito” ha incontrato i manganelli degli agenti in tenuta antisommossa.
Il passo verso il palazzo della Regione era sbarrato da un cordone di poliziotti e quando il corteo si è avvicinato sono partite due cariche contro i manifestanti, ‘rei’ di aver lanciato uova e vernice a poca distanza dal Pirellone, sede della Regione Lombardia. Si conterebbero secondo le prime informazioni 5 studenti contusi, nonostante il fatto che le prime file di dimostranti indossassero caschi per proteggersi la testa e esibissero gli scudi a forma di libro ormai tipici delle manifestazioni studentesche degli ultimi anni. Dopo le pesanti cariche comunque i partecipanti al corteo sono riusciti a ricompattarsi di nuovo e a riprendere la manifestazione, che si è sciolta intorno alle 12,30 a Porta Venezia.
Mentre all’esterno era in corso il corteo di protesta quattro studenti hanno interrotto dalla tribuna del pubblico i lavori del Consiglio regionale esponendo striscioni e gridando slogan contro le misure annunciate dalla giunta Maroni a sostegno dell’istruzione privata.
La giunta regionale di destra ha previsto nel bilancio di quest’anno – in discussione proprio a partire da oggi – non solo la conferma dei 30 milioni già stanziati per le scuole private, ma anche la riduzione del finanziamento della “dote per il sostegno al reddito” da 23,5 milioni a 5 oltre all’azzeramento delle borse di studio previste per “merito”, che passeranno da 5 milioni a zero.
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