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Camusso manda Landini sotto processo

L’indiscrezione è pesante, apre squarci inquietanti o avvilenti sulla vita interna alla Cgil e al rapporto del sindacato con la politica e le imprese. Quindi va data con il condizionale, obbligatoriamente, anche se appare a prima vista decisamente “logica” nella sua follia.

Sappiamo tutti che Sussanna Camusso, segretario generale “craxiano” della Cgil, ha firmato un accordo sulla rappresentanza sindacale tale da configurare un autentico “monopolio sindacale”, che apre persino la strada – vedi il grido beffardo lanciato da Luciano Farina, segretario generale della Fim Cisl – a ipotesi di “sindacato unico”. Sappiamo che questo accordo strozza l’articolazione interna della stessa Cgil, violandone in più punto fondamentali lo Statuto (https://www.contropiano.org/lavoro-conflitto/item/21862-una-cgil-in-crisi-anche-di-democrazia). A partire dall’autonomia contrattuale delle diverse categorie, ora cancellata da una “commissione arbitrale” in cui Confindustria avrà tre membri, più un “esperto esterno” non sgradito, mentre Cgil, Cisl e Uil avranno un solo rappresentante a testa. Sappiamo anche che il segretario generale dei metalmeccanici, Maurizio Landini, non ha lesinato critiche devastanti ma puntuali all’operato della segreteria confederale e al merito del “Testo unico” partorito dall’accordo, arrivando a definire “illegittima e pericolosa” quell’intesa. Dove l’illegittimità di riferisce ovviamente al quadro di norme e princìpi contenuto nello Statuto della Cgil, mentre la “pricolosità” attiene alla stessa possibilità di agire sindacalmente in futuro.

Cose normali, in altri tempi, all’interno del maggiore sindacato italiano. Parole dure, contrasto aperto e “franco”, nel solco dell’unità da “costruire confliggendo”, che lascia strascichi personali, prepara vendette politiche future, ma sempre nell’ambito della “battaglia politica”. Mai che si sia ricorso ai probiviri per chiedere un provvedimento disciplinare contro qualcuno che “dissente” dalla linea del segretario generale.

Il perché è ovvio: il contrasto politico non può costituire “violazione statutaria”, o “reato interno”, al pari – per esempio – dell’appropriazione indebita di fondi, aggressioni fisiche o altri comportamenti chiaramente incompatibili con la convivenza all’ineterno della stessa “comunità” liberamente scelta.

Ma pare proprio che tale fossato stia per essere valicato per la prima volta nella storia della Cgil. Susanna Camusso “avrebbe” dunque avanzato una richiesta al Collegio Statutario per verificare se, nelle critiche mosse da Landini all’acordo, potessero ricorrere elementi sufficienti o rilevanti da sottoporre al giudizione dei probiviri. E la risposta “sarebbe” stata positiva. Dopo di che non è ancora confermato che “il dossier” sia giunto sul tavolo della “Commissione di garanzia” (ovvero dei probiviri, non di quella con nome analogo ma incaricata di presiedere al regolare svolgimento dei congressi).

Se dunque Landini sarà “processato” potrà anche andare incontro a “sanzioni”, in un spettro davvero ampio che va dal “richiamo” a… Una bomba piazzata nel confronto congressuale – a maggio ci sarà quello nazionale, a Rimini – e un “avvertimento” per nulla velato a tutte le opposizioni interne. Non è difficile immaginare che, se un simile trattamento può esser riservato al popolarissimo segretario generale della Fiom – che peraltro è schierato nel congresso all’interno della “maggioranza” che fa capo alla Camusso, sia pure presentando “emendamenti” non proprio di dettaglio – molto più severa potrebbe essere la “disciplina interna” nei confronti di quanti sostengono apertamente il “documento 2” e denunciano già “brogli” nelle votazioni.

La voce ha già cominciato a fare il giro delle redazioni, ma fa fatica ad uscire. Noi pensiamo che sia invece estremamente interessante….

 

 

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