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Governo Renzi. Il triangolo no, non l’aveva considerato

Il totem della controriforma della legge elettorale deve avere poteri magici. Al momento è riuscito ad allargare a tre i soggetti decisivi per una delle massime ambizioni del nuovo governo Renzi. Al patto parlamentare di maggioranza con il Ncd di Alfano, si è aggiunto anche Berlusconi che, come ormai è solito fare, spiazza anche i suoi, mandandoli prima avanti e poi decidendo in proprio.

Da Berlusconi infatti sarebbe giunto al Pd un via libera di massima “sull’Italicum a metà” anche se segnala alcune criticità sulle nuove modifiche. Il Pd già nel pomeriggio aveva ritirato tutti gli emendamenti non compresi nell’accordo con Forza Italia, tranne quello sulle parità di genere. Al termine della seduta di ieri sono poi spariti 22 emendamenti, per la maggior parte presentati da Ncd, sui quali non c’era il consenso di tutte le forze che hanno sottoscritto l’accordo.

Renzi dunque ratifica un nuovo accordo con Berlusconi su una soluzione che accontenta però anche il Ncd e Angelino Alfano: la nuova legge elettorale si applicherà infatti solo alla Camera, mentre al Senato varrà il sistema proporzionale uscito dalla sentenza della Corte costituzionale dell’11 gennaio, con l’obiettivo, auspicato dal presidente del Consiglio, di varare nel giro di 12-18 mesi proprio la riforma che abroga l’attuale configurazione di palazzo Madama. 

E’ evidente che il nuovo accordo in qualche maniera modifica lo schema di governo di Renzi, il quale puntava ad una legge elettorale immediatamente applicabile in entrambe le Camere. Ma questa posizione rischiava di deteriorare i rapporti con Ncd e gli altri partner di governo che spingevano invece per una riforma che garantisse a tutti la durata della legislatura.  Strano a dirsi ma la pax elettorale è stata trovata su un emendamento inizialmente presentato da due esponenti bersaniani del Pd, Giuseppe Lauricella e Alfredo D’Attorre. L’emendamento sopprime l’intero articolo 2 della riforma, quello che regolava l’elezione del Senato. In questo modo l’Italicum verrà applicata solo per le elezioni alla Camera mentre al Senato si voterebbe con il sistema proporzionale puro indicato della sentenza della Corte Costituzionale ma disatteso sia dal governo Renzi che dalle maggioranze parlamentari che insistono sul sistema maggioritario. Inoltre su tutto questo pesa l’ipoteca dell’abolizione del Senato come istituzione elettiva per essere trasformato in una seconda Camera di cooptati dalle regioni e dagli enti locali. Siamo dunque al tripolarismo. L’accordo è stato sancito dal comunicato di Silvio Berlusconi, nel quale oltre alla «disponibilità» sull’emendamento, è stato espresso «grave disappunto per la difficoltà del Presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati». Ma Renzi ha parlato di «passo importante» sminuendo il fatto che non si legifera per il Senato, visto che si mira ad abrogarlo. I più soddisfatti appaiono gli esponenti di Ncd che esultano: “Dobbiamo superare il Senato – ha twittato Alfano -, quindi legge elettorale solo per la Camera. Noi non siamo delusi da Renzi. Patti chiari, riforme certe”. Sulla carta tutto sembra andare a posto. L’impressione che se ne ricava però è quello di un Renzi apprendista stregone fulminato dai suoi stessi gorgheggi (anzi tweet come va di moda oggi) intorno al totem della nuova legge elettorale, incostituzionale però a voler essere coerenti con la sentenza della Consulta.

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1 Commento


  • alfredo

    Un tempo esisteva il triangolo delle Bermude,Dove scomparivano gli aerei.Adesso con il triangolo Renzi’ Alfano, Berlusconi a scomparire inbrève sara’ la classe operaia.

    ..

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