Il corteo ufficiale per il 25 Aprile a Roma, è stato oggi testimone di un episodio gravissimo, ripetuto ma non imprevedibile.
La delegazione palestinese e le reti solidali con la Palestina si stavano concentrando al Colosseo per partecipare come tutti gli anni alle manifestazioni che celebrano la Resistenza e la Liberazione dal nazifascismo. Ma i palestinesi e gli attivisti sono stati aggrediti da una quarantina di esponenti dello squadrismo della comunità ebraica romana, non nuovi ad episodi di aggressione come questa. Si è scatenata un corpo a corpo impari, da una parte giovani palestrati tra i 25 e i 40 anni, dall’altra donne, compagni anche di una certà età, attivisti.
Un video su quanto accaduto questa mattina a Roma
Ad aggravare le cose è stato l’atteggiamento complice delle forze di polizia che si sono schierate in mezzo – ovviamente rivolte contro gli aggrediti e non contro gli aggressori. Questo fatto ha consentito agli squadristi sionisti di agire a proprio piacimento, con incursioni che – passando in mezzo alla fila degli agenti – prelevavano gli attivisti filopalestinesi e li trascinavano tra le loro file per essere pestati. Uno dei compagni che ha subito questo trattamento assicura di “averle prese ma di averle anche date” a conferma che in certi ambiti lo squadrismo non sarà mai “a costo zero”.
A quel punto l’Anpi ha fatto partire lo stesso il corteo – con lo striscione e la bandiera israeliana ben visibile e “scortata” dai gorilla della comunità – ed ha fatto sì che la polizia tenesse fuori e bloccato lo spezzone con le bandiere palestinesi.
Di fronte a questa scelta, diversi gruppi di manifestanti – compagni del Pdci, Prc, Pcl e altri – sono rimasti per solidarietà insieme allo spezzone palestinese. Lo stesso ha fatto un circolo dell’Anpi (quello universitario dedicato a Walter Rossi) ma è intervenuto un dirigente dell’associazione che lo glielo ha strappato di mano “perchè non doveva stare lì”.
Eppure dieci giorni fa c’era stato proprio un incontro tra i palestinesi, le reti solidali e l’Anpi per concordare la partecipazione al corteo della Liberazione. Evidentemente nelle manifestazioni che celebrano la Resistenza e la Liberazione si è preferito avere nel corteo la bandiera dell’oppressione (quella israeliana) e non quella della Liberazione (quelle palestinesi). Ma lo spezzone con le bandiere palestinesi è arrivato comunque a Porta San Paolo ed è diventato uno spezzone numerosissimo e partecipato. Tant’è che quando il presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici ha provato a parlare dal palco è stato sommerso dai fischi. Le intimidazioni evidentemente non hanno funzionato.
Non solo, ma per la prima volta il corteo ufficiale del 25 aprile è stato spezzato in due. Davanti le forze ufficiali con le bandiere dello Stato di Israele (e non solo quelle titolate della Brigata Ebraica), in mezzo i blindati della polizia, e poi lo spezzone con le bandiere palestinesi e le organizzazioni della sinistra solidali con loro. Davanti ai blindati poi c’era il servizio d’ordine della comunità ebraica con le bandiere israeliane, gli squadristi che poco prima avevano aggredito gli altri manifestanti. Una vergogna per la giornata del 25 aprile, una vergogna per l’Anpi (anche se in questi minuti si registrano già dissensi e diversificazionni di posizioni all’interno). Quello di oggi è un nuovo episodio da aggiungere al lungo dossier sull’impunità da parte di polizia e magistratura di cui gode lo squadrismo sionista nella città di Roma.
Tutt’altra aria quella si respirava invece alla manifestazione del 25 aprile a Roma Est partita dalla lapide ai partigiani in piazza delle Camelie (Centocelle) per arrivare alla ex Snia. Almeno duemila persone in corteo, tra loro le realtà di lotta territoriali, i kurdi con le loro bandiere, gli occupanti di case insieme per una giornata antifascista che sarà sempre una giornata che celebra la Resistenza e la Liberazione, in ogni parte del mondo, anche in Kurdistan o Palestina.
Qui sotto la polizia cerca di bloccare l’ingresso a Porta San Paolo dello spezzone sulla Palestina
il corteo a Centocelle
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Miryam Marino
Grazie alla redazione di Contropiano per aver esposto correttamente i fatti vergognosi che si sono purtroppo ancora una volta verificati in occasione del 25 aprile. Questi energumeni impazziscono ogni volta che vedono una bandiera palestinese. Sia i palestinesi che chi li sostiene hanno pieno diritto di manifestare con L’ANPI. Ho sentito i bambini palestinesi cantare “Bella ciao” e mi sono commossa,
i palestinesi stanno facendo una lotta di resistenza all’occupazione militare del loro paese o di quel che ne resta, proprio come fecero a suo tempo i partigiani. Non basta ricordare e celebrare ma andare avanti e riconoscere le lotte dei popoli oppressi. Altrimenti le celebrazioni sono sterili e si svuotano di senso. Qualcuno ricorda il gran Mufti e lo ripete come un mantra, ma non ricorda la collaborazione tra i sionisti e i nazisti, Eichman si dichiarava sionista e insieme si accordavano su chi doveva salvarsi e chi (la povera gente) poteva essere sacrificato. L’Aganah partecipò alla distruzione dei villaggi palestinesi nel 48, anche questa è storia.
marco
Gravissimo episodio di una parte di fanatici religiosi che getta un’ombra sia sul 25 aprile che sull’intera comunità ebraica che ovviamente è composta di individui e non è assolutamente speculare a queste canaglie.
Canaglie come loro hanno già a suo tempo tradito il sogno di una nazione accogliente e solidale che fù di Ben gurion.
Canaglie come loro, uccisero un grande ebreo e un grande uomo come Rabin che pur potendo usare la forza, preferì con tutti i limiti della contingenza storica, avviare il dialogo. Conscio che la pace e la convivenza non nascono dalla sopraffazione e dall’oppressione.
Canaglie come loro, ben rappresentante da un fascista come Netanyau, opprimo e discriminano ogni giorno, non solo i palestinesi, ma anche migliaglia di giovani israeliani che rifiutano di rendersi complici di violenze e genocidi.
Canaglie come loro che ben poco hanno a che fare con i valori del 25 aprile, della cultura ebraica e in generale con il genere umano.