Stavolta la misura potrebbe essere colma e innescare tensioni inevitabili nella Capitale diventata vetrina delle strumentalizzazioni delle autorità israeliane. La notizia è questa: il Comune di Roma, su pressione dei soliti gruppi ultrà di Israelem vorrebbe appendere le foto dei tre ragazzi israeliani rapiti. Sul Campidoglio già giganteggiano le foto dei due marò italiani detenuti in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori. Ai tempi di Alemanno giganteggiava la foto di Shalit, il soldato israeliano catturato dai palestinesi a Gaza.
La notizia si è diffusa rapidamente e il Sindaco Marino, che sembra voler continuare ad amministrare Roma come la Vispa Teresa, sembrerebbe intenzionato a prestarsi a quella che appare come l’ennesima strumentalizzazione delle autorità israeliane e dei gruppi sionisti romani protagonisti di innumerevoli aggressioni contro gli attivisti solidali con i palestinesi. I gravi avvenuti lo scorso 25 aprile sono stati sono gli ultimi di una lunghissima serie.
Questi ultimi annunciano reazioni immediate e decisamente giustificate. In una lettera articolo su Il manifesto, Tommaso Di Francesco pone oggi cinque domande di buonsenso sulla inopportunità della scelta di esporre le foto dei tre ragazzi israeliani rapiti. Alcuni attivisti solidali con la Palestina annunciano di voler lastricare il Campidoglio con le foto di decine, anzi centinaia, di ragazzi palestinesi arrestati dai militari israeliani e sottoposti all’illegale detenzione amministrativa.
Il doppio standard del Campidoglio sui prigionieri – sempre degni di umana solidarietà quelli israeliani, completamente ignorati quelli palestinesi – ha l’aria di una provocazione che difficilmente potrebbe essere digerita senza reazioni. Partono così gli inviti ai consiglieri comunali a non prestarsi a questa provocazione e contemporaneamente il tam tam tra i sostenitori dei diritti negati dei palestinesi.
Oggi ci sarà una prima manifestazione a Montecitorio contro il regime di terrore scatenato dalle truppe israeliane in Cisgiordania, domani una sotto la Prefettura a Firenze, altre se annunciano in varie città. Ma la “redline” sembra essere proprio quella che passa la Capitale. C’è da augurarsi che il Sindaco Marino e il consiglio comunale non si rendano responsabile di azioni inopportune che farebbero schizzare verso l’alto le tensioni già esistenti a Roma tra i gruppi ultrà sionisti – con una inclinazione allo squadrismo nota e accertata – e gli attivisti solidali con i palestinesi. Tutti si augurano che i tre ragazzi israeliani possano tornare alle loro famiglie, ma pretendono anche che i centinaia di arrestati, sequestrati, detenuti palestinesi (tra cui moltissimi minorenni) possano fare altrettanto.
Nella foto qui sotto il blitz degli attivisti filopalestinesi in Campidoglio alcuni anni fa:
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