La stagione estiva ha chiarito che il governo – e giù per li rami amministrativi, fino all’ultima circoscrizione – ha una linea precisa nei confronti delle occupazioni, abitative e non: lo gombero.
Stamattina è stata la volta del centro sociale Zam di Milano. A
intorno alle 8, gli agenti della digos si sono presentati in via Santa Croce, zona Navigli, a Milano, per eseguire l’ordine arrivato dall’alto. LA notizia è corsa immediatamente tra i frequentatori e gli attivisti, che si sono radunati davanti all’ingresso dello Zam, già bloccato dalla polizia. Mentre all’interno si trovavano ancora alcuni compagni che vi avevano trascorso la notte.
La resistenza passiva è durata parecchi minuti, fin quando la polizia non ha effettuato alcune cariche assolutamente immotivate.
La ragione dello sgombero è fintamente “tecnica”: mettere in sicurezza lo stabile, dichiarato inagibile. Si era inizialmente pensato che l’iniziativa dello sgomber fosse stata presa dal Comune di Milano, e lo striscione fuori dal cancelli era centrato su questa convinzione (“forza gentile della giunta arancione, tavoli finti e sgomberi a ripetizione”). Ma è arrivata subito dopo la smentita via Twitter: “Sgombero non richiesto da Comune, ma ordinato dal PM per motivi di sicurezza (immobile sotto sequestro giudiziario)”.
presidio permanente davanti all’edificio e alle 18.30 ci sarà una mobilitazione.“ Il Collettivo Zam ha convocato un
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