La faccia tetra e infastidita di Renzi al vertice europeo tenutosi oggi a Milano può essere una piccola soddisfazione ma è sempre meglio della sceneggiata che il premier aveva allestito sul lavoro. L’idea che durante il vertice con i capi di governo dell’Unione Europea un tweet da Palazzo Chigi avvertisse che il Senato aveva approvato il Jobs Act, è saltata lasciando in braghe di tela Renzi e il suo entourage. Merito di questa festa guastata è stato delle contestazioni in aula che hanno fatto slittare i tempi della votazione sulla fiducia che il governo ha imposto sul Jobs Act all’esame del Senato.
Il governo infatti ha posto la fiducia sul Jobs act nell’Aula del Senato. Ad annunciarla nell’emiciclo e’ stato il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi. La fiducia e’ stata posta, ha detto Boschi, su ”un maxiemendamento interamente sostitutivo” del testo approvato dalla commissione Lavoro di Palazzo Madama. ”Al Senato porteremo a casa il risultato. Lo porteremo a casa oggi, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. Non molliamo di un centimetro e con tenacia e determinazione raggiungeremo l’obiettivo”, aveva detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Ma al Senato, soprattutto da parte dei Senatori del M5S c’erano state dure contestazioni nei confronti del ministro del Lavoro, Poletti. Alcuni senatori del M5S e della Lega hanno occupato i banchi del governo, mentre la capogruppo di Sel Loredana De Petris e il senatore del Pd Roberto Cociancich sono quasi arrivati alle mani. Poi, mentre il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi poneva la questione di fiducia sul maxiemendamento sostitutivo del jobs act in Aula del Senato è scoppiata di nuovo la bagarre con urla e proteste dagli scranni del Movimento 5 Stelle. Subito dopo la richiesta di fiducia il presidente, Pietro Grasso ha convocato la conferenza dei capigruppo per stabilire tempi e modalita’ della fiducia e trasmesso il testo del maxiemendamento alla commissione Bilancio perche’ ne valuti gli aspetti di competenza, relativi alle coperture finanziarie. Il voto di fiducia potrebbe esserci questa sera tardi, ma intanto un senatore del Pd, Walter Tocci, ha dichiarato di dimettersi dalla carica di fronte alle forzature del governo e allo spettacolo che questo ha offerto al Senato per piegarlo ai suoi diktat sul lavoro. La minoranza Pd , non brillando certo per coraggio politico, dà un giudizio non positivo sulla fiducia, che interrompe un dibattito parlamentare … ma voteranno sì.
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