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Tecnica della presa per i fondelli, il Renzi-style

Può sembrare stucchevole soffermarsi ogni tanto sulle tecniche retoriche usate da Renzi, ma è purtroppo utile e necessario. Limitarsi, ogni volta che spara una cazzata, a dire “menzogna! vergognati!” dopo un po’ diventa inutile (fa conto anche su questo “effetto ripetizione”); e chi prova ad anzare i toni inevitabilmente finisce per scadere nell’insulto o nella “stecca”, come accade al cantante che prova a salire oltre i suoi limiti fisiologici.

Prendiamo una delle ultime uscite: “Per la prima volta il premier non va in tv a dire dove prende i soldi ma decide 18 milioni in meno, stiamo restituendo ciò che la gente ha diritto di avere. E’ da 20 anni che pagano solo le famiglie e ora che paghino anche Comuni e Regioni”.

Parlava al Tg1, ha confuso i milioni con i miliardi (è una banale lapsus, per uno che tratta soldi non suoi), ma la tecnica esce fuori chiara lo stesso.

Lui è “innovativo” per definizione, quindi è sempre “la prima volta che…”. Se si dovessero rileggere i suoi discorsi da quando veste indegnamente i panni del premier potremmo probabilmente scoprire che è una delle sue  frasi più frequenti.

In secondo luogo, lui è “la gente”, si sostituisce integralmente alle persone reali; cerca di incarnare “l’uomo qualunque” alle prese con burocrazia, fisco, maneggi, complotti, ruberie. E indica al suo simile il “nemico” contro cui indirizzare tutta la propria frustrazione. In questo caso sono le Regioni (un carrozzone immondo, indifendibile sotto quasi ogni aspetto; ma che forniscono servizi pubblici essenziali come la sanità, una parte consistente del trasporto locale, ecc); prima erano state le provincie, i lavoratori pubblici e i funzionari dello Stato, tutti sbrigativamente racchiusi sotto la definizione insultante di “burocrati” (come se l’infermiera e il manager avessero identiche responsabilità e “privilegi”). Di volta in volta può esserlo chiunque: il lavoratore coperto da un contratto a tempo indeterminato e art. 18 rispetto ad un precario (che non è necessariamente un “ggiòvane”, anzi…), chi risiede in un alloggio pubblico rispetto a chi paga un affitto o un mutuo. Ecc.

I ruoli di “nemico privilegiato” e “figura sociale da compensare” sono intercambiabili. Il punto è che il governo, o meglio: la figura del premier, deve restare “al di sopra” della ressa, come un angelo custode che si posa di fiore in fiore.

Si dirà: però è bravo a comunicare, riesce a convincere… Certamente. Però si dovebbe sottolineare altrettanto il monopolio di fatto che esercita su tutti mezzi di comunicazione. Nessun altro soggetto – e men che mai d’opposizione – si avvicina minimamente al suo livello di occupazione dei media.

E altrettanto si deve sottolineare il fato che la sua “comunicazione” è priva di contenuto, quindi non criticabile mai nel merito. Banalità e diversivo verso un nemico di comodo, tutto qui. Per provare a contestare le sue cifre, ad esempio, bisogna chiamare Crozza che imita una sua conferenza stampa.

Si dirà: ma llora dovrebbe essere facile rovesciare l’ordine del discorso e dimostrare che ci sta prendendo per il culo. Sì, certo. Basta convincere tutti i media mainstream a darti una settimana di seguito per il tuo discorso….

E’ una questione di “potenza di fuoco”, non di intelligenza, “bravura”, “capacità di comunicare”. Un regime si vede anche da questo. O soprattutto.

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