Leggiamo con molta rabbia ma senza più stupore l’intervista di Cesare Damiano, PD, ex Ministro del Lavoro e dirigente Cgil sino al 2001, attuale Presidente della Commissione Lavoro della Camera, sul diritto di sciopero. In Damiano traspare in modo plateale la voglia di comprimere e reprimere l’esercizio del diritto di sciopero, ma solo se proclamato da sindacati che non siano Cgil, Cisl e Uil, dimenticando che l’esercizio del diritto di sciopero è un diritto, costituzionalmente previsto, del singolo lavoratore.
Le origini Cgil dell’esponente PD emergono in modo esasperato in una fase nella quale i “sindacati collaborazionisti”, così come aveva definiti l’altro ex Ministro del lavoro Sacconi Cgil, Cisl e Uil, non se la passano molto bene e sarebbero danneggiati dai piccoli sindacati il cui obiettivo, a suo dire, sarebbe quello della “… pratica del dumping sociale ai danni degli accordi di Cgil, Cisl e Uil, e Confindustria. Giocano al ribasso sui compensi e le tutele dei lavoratori…”. Quindi sarebbero proprio insensati quei lavoratori che scioperano con questi piccoli soggetti sindacali, poco rappresentativi e che firmano accordi peggiori di Cgil, Cisl e Uil. Veramente singolare come tesi.
Se poi è da attribuire realmente a Damiano l’affermazione riportata dall’articolo della Repubblica per la quale “Nessuno vuole toccare i diritti ma ora i Cobas vanno fermati”, dove evidentemente per Cobas si intende tutto ciò che non è “sindacato collaborazionista”, allora il cerchio si chiude ed è evidente che la mano tesa di Damiano e del PD nei confronti di Cgil, Cisl e Uil serve a puntellare un sistema sindacale che fa ormai acqua da tutte le parti e che viene abbandonato ogni giorno da centinaia e centinaia di iscritti.
Onorevole Cesare Damiano, crediamo che la prioritaria funzione di un Presidente della Commissione Lavoro della Camera sia quello di tutelare il lavoro e non quello di decidere quali siano i sindacati da “fermare” e quelli da tutelare.
C’è aria di regime in questo paese e lo si vede da come si reprime continuamente il dissenso sociale, da come i lavoratori che scioperano sono trattati come un problema di ordine pubblico, da come si perdono pezzi di industria e migliaia di posti di lavoro mentre si discute di quanti miliardi si devono elargire alle banche.
Onorevole Cesare Damiano, Usb non è un Cobas, è un sindacato confederale, di massa e indipendente, un sindacato con una forte rappresentatività in tutti i settori produttivi del paese. Per questo motivo è al centro di molteplici “attenzioni” da parte delle istituzioni e delle aziende che colpiscono senza sosta i nostri delegati. Ma il diritto di sciopero, se lo ficchi bene in testa, è un diritto dei lavoratori e non certo suo o dei sindacati.
La misura è colma e tirare troppo la corda non fa bene a chi lavora. Chi il lavoro dovrebbe tutelare, soprattutto se riveste una carica istituzionale così importante come la sua, dovrebbe scendere dal piedistallo e confrontarsi seriamente e senza minacciare il sindacato e chi lo rappresenta, oppure abbia la compiacenza di tacere su certi argomenti.
- Unione Sindacale di Base
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