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Siamo tutti/e Grazia! Un appello da Napoli

Mai più violenze sulle donne, né sul lavoro né altrove!

Nei cunicoli partenopei, sotto l’insegna di Napoli Sotterranea, non si nascondono solo bellezze, misteri ed esoterismo, ma anche sfruttamento, violenza e molestie. Nell’ottobre del 2017, 16 ex dipendenti hanno promosso vertenza legale di lavoro contro il titolare di questo famoso sito archeologico, denunciando l’essere stati assunti a nero, i turni pressanti, le misure di sicurezza inadeguate se non inesistenti.

A questo si è aggiunta un’altra storia: la storia di Grazia, vittima di molestie sessuali e di violenza da parte dello stesso presidente dell’associazione che gestisce quel sito. Grazia è infatti un ex guida turistica di Napoli Sotterranea, luogo nel “cuore” del centro storico della nostra città, attraversato ogni anno da migliaia di turisti e dove si dovrebbe condividere cultura e arte. Grazia lavorava lì senza alcun inquadramento contrattuale, ma nonostante questo amava il suo lavoro.

Un lavoro che ha dovuto lasciare per la presenza di un “uomo”, Vincenzo Albertini – presidente dell’associazione Napoli Sotterranea e suo datore di lavoro – che, dall’alto della sua posizione lavorativa, ma dal basso della sua “etica”, dopo aver spinto Grazia a scendere nei sotterranei con una scusa, ha meschinamente intimato alla ragazza di avere un rapporto sessuale con lui. Grazia si è così trovata confusa, spiazzata, ferita da questa vicenda, ma dopo una settimana dall’accaduto si è fatta forza e ha deciso di lasciare il posto di lavoro e denunciare i fatti.

Diciassette mesi sono trascorsi prima che ci fosse il rinvio a giudizio: diciassette mesi di sofferenze, dubbi, sensi di colpa, timore di essere in parte responsabile. Solo il 3 luglio scorso Grazia, vittima di molestia e violenza sessuale da parte di qualcuno che evidentemente ritiene di potersi permettere di tutto, è riuscita a vedere uno spiraglio per avere giustizia.

Il già pesante capo d’imputazione contro Albertini è ulteriormente aggravato dal fatto che gli abusi siano avvenuti nel contesto sbilanciato di un rapporto lavorativo, sbilanciamento inasprito dal fatto di trovarsi a lavorare a nero. Grazia ha deciso di non restare zitta e di parlare a tutti noi attraverso una video-denuncia di ciò che ha subito, lei come purtroppo ogni giorno tante altre per strada, a casa o a lavoro.

La sua storia è in realtà una storia “normale”, esempio di come nei luoghi lavorativi, che dovrebbero essere protetti da serietà e legalità, si sviluppi la sopraffazione e si venga trattati come “oggetti” senza’anima.

Ma non è solo un esempio, il suo è un grido all’intera società, un grido che noi intendiamo ascoltare e, anzi, rilanciare. Sono 2 milioni e mezzo di donne che tra il 2015 e 2016 hanno denunciato molestie e ricatti sessuali sul posto di lavoro, e sono molte di più quelle che hanno subito in silenzio. Noi non riteniamo possibile continuare a vivere in questa maniera, a fare finta di niente e a lasciare mano libera agli uomini, padroni, padri, fidanzati, compagni, mariti di turno che pensano di poter disporre liberamente della donna che si trovano davanti.

Speriamo che questa storia possa essere da sprone per le tante donne, madri, mogli, lavoratrici e disoccupate che quotidianamente subiscono violenze da parte di uomini padroni; ci rivolgiamo alle istituzioni, perché non possono più guardare da un’altra parte né ignorare un problema crescente di differenze e discriminazioni di genere che esiste nel nostro paese.

Facciamo appello a tutte le donne – ma anche gli uomini – che non vogliono più sentire notizie di violenze sessuali, di femminicidi, molestie, abusi in casa, a lavoro, a scuola e per strada. Invitiamo tutte le lavoratrici , le persone e le istituzioni attente a queste tematiche a dimostrare la propria solidarietà alla battaglia di Grazia.

Dobbiamo avere tutte e tutti il coraggio di parlare e di denunciare, ma soprattutto dobbiamo avere il coraggio e la determinazione di non lasciare nessuna sola! L’indifferenza e l’abbandono sono la peggiore situazione che si possa vivere; a questo noi invece vogliamo rispondere con la solidarietà e l’uguaglianza, quella vera, fatta di cooperazione e di percorsi comuni, dialogo e discussione.

Siamo tutti\e Grazia

Mai più violenze sulle donne, né sul lavoro né altrove!

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