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Aprite i porti. Attivisti si incatenano al Ministero delle Infrastrutture. La polizia sgombera

Dalle 7:30 di questa mattina, decine di attivisti e attiviste della rete #restiamoumani si sono incatenati davanti la sede del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in via Nomentana per protestare contro l’operato del governo Lega-5 Stelle che, con le sue politiche contro l’attracco delle navi ONG con persone a bordo soccorse in mare aperto, l’accoglienza e la solidarietà dei migranti, si sta rendendo complice di quella che è una vera e propria strage nel Mediterraneo (dati del UNHCR mostrano come nel mese di giugno le persone morte in mare sono 1 su 7).

La rete muove richieste anche verso gli Stati Membri, in particolare si richiede un stop al processo di omissione di soccorso in mare, che i paesi dell’Unione Europea si assumano le loro responsabilità attraverso la ricerca e il soccorso in mare e un piano strutturale e non emergenziale per l’accoglienza, garantendo inoltre delle vie legali e sicure di migrazione.

Verso 9 all’esterno della sede del ministero, erano già presenti due camionette della polizia e una dei carabinieri, i quali vietavano l’accesso a chi volesse portare sostegno e solidarietà e unirsi alla protesta.

Protesta alla quale ha partecipato anche l’ex senatore Manconi, insieme a Riccardo Magi (radicali) e il fumettista Zerocalcare.

Oltre a vietare ai manifestanti rimasti fuori l’accesso, la polizia ha vietato anche che dall’esterno si potesse passare acqua e cibo a chi era all’interno da questa mattina, sostenendo che qualora avessero voluto bere o mangiare avrebbero potuto farlo all’esterno e poi rientrare, previo mostrare i documenti.

Sempre oggi, alle 11, era previsto un incontro tra il portavoce del Ministero dei Trasporti e l’associazione Progressi (presente anche Giuliana Sgrena), la quale ha raccolto e consegnato le firme tramite una petizione, chiedendo l’apertura dei porti.

Una delegazione di attivisti e attiviste è stata ricevuta dal ministero, che però non ha dato risposte soddisfacenti, motivo per il quale la protesta è continuato nonostante la minaccia di sgombero della polizia che si è materializzato intorno alle 14.00

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