Da alcuni mesi è cambiato il governo del nostro paese e il ministro dell’Interno non è più Salvini. Ma i decreti sicurezza che portano la sua firma e che hanno prodotto decine di migliaia di clandestini sono ancora là, né ci sono segnali concreti che il nuovo governo voglia rimetterli in discussione.
L’accesso ai servizi più elementari è diventato molto più difficoltoso per chi non è italiano, dalla sanità agli asili nido ai Centri per l’Impiego, e gli ostacoli che sono stati creati ad arte per accedere alla residenza rendono la vita di migliaia di famiglie ancora più complicata.
Con tali decreti è stata rafforzata una discriminazione che prima era prevalentemente economica ed ora è diventata anche amministrativa, mettendo la popolazione migrante in uno stato di continua ricattabilità.
Questa discriminazione si fa ancora più pesante sui posti di lavoro, dove la paura di non accedere al permesso di soggiorno aumenta lo sfruttamento ed impedisce il ripristino della legalità in molti settori, a cominciare dal mondo agricolo.
Reintrodurre il permesso per ragioni umanitarie ma soprattutto rompere il vincolo odioso tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro sono le due condizioni per poter cominciare a voltare pagina.
Ma i decreti sicurezza sono una ferita dentro la nostra società anche perché colpevolizzano la solidarietà, colpiscono e riducono i servizi di accoglienza, che andrebbero invece internalizzati nella P.A., ed introducono una serie di sanzioni repressive contro l’attivismo ed i movimenti sociali e sindacali di aperto sapore fascista.
Opporsi a questi decreti e chiederne la cancellazione dovrebbe essere una priorità per chi vuole combattere la discriminazione razziale e la crescita di una cultura autoritaria nel nostro paese.
L’Unione Sindacale di Base chiama a raccolta iscritti e delegati per dare il massimo sostegno a questa importante manifestazione.
Sabato 9 novembre tutti a Roma. Appuntamento ore 14 al Colosseo.
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