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I Decreti Sicurezza vanno abrogati. Sabato la manifestazione nazionale

Sabato a Roma decine di organizzazioni, reti sociali, sindacati scenderanno in piazza per chiedere che vengano abrogati i Decreti Sicurezza voluti da Salvini e approvati in Parlamento dal precedente governo. Il secondo Decreto, quello concentrato soprattutto sull’ordine pubblico per reprimere manifestazioni e forme di lotta, ha visto anche dei rilievi marginali di incostituzionalità da parte del Quirinale. Ma azioni di lotta come i blocchi stradali o le occupazioni di edifici rimangono pesantemente criminalizzate.

Ma la sostanza di quei Decreti ha trovato via libera dentro una convergenza di fatto bipartisan che riduce le lotte sociali e operaie come un problema di ordine pubblico. Le uniche differenze tra governo e opposizione si erano rilevate sulla gestione dell’accoglienza dei migranti e dei profughi raccolti in mare. Lo scontro su “porti chiusi o porti aperti” lo ha risolto però l’Unione Europea dichiarando che i porti devono essere chiusi lavorando sulla ripartizione dei rifugiati nei vari paesi. Inutile dire che il cambio di maggioranza ha visto magicamente scomparire dalle banchine dei porti e dalle piazze molti e molte di quelli che si erano mobilitati contro Salvini.

Abbiamo dunque a che fare con una logica di governance autoritaria che non nasce, come in passato, dalla necessità di tenere a bada e reprimere movimenti di lotta che incalzavano il potere, quanto impedire che di fronte all’impoverimento e alla crescita delle disuguaglianze, alla mancanza di soluzioni sulle emergenze sociali, ai diktat nella gestione della crisi, qualcuno possa alzare la testa e presentarsi come problema politico rognoso.

Dietro lo striscione di apertura del corteo, che chiede l’abrogazione delle Leggi Sicurezza, si ritroverà chi negli ultimi anni ha manifestato in ogni parte d’Italia contro la propaganda salviniana e la chiusura dei porti, si oppone alla ferocia degli sgomberi di occupazioni abitative e spazi sociali, si mobilita nei quartieri popolari.
La manifestazione nasce dal confronto e dall’intersezione di diversi spazi e momenti politici nazionali, consci che non esistono compagini di governo “amiche” e che il “problema” non si sia risolto con la (temporanea?) sostituzione di Salvini agli Interni: infatti il nuovo Governo esprime piena continuità a partire dal primo atto di Di Maio alla Farnesina, l’emanazione di un provvedimento con cui, per velocizzare i rimpatri, si rendono esecutive le norme contenute nel primo decreto Salvini sui cosiddetti Paesi di origine “sicuri”.
Il percorso della manifestazione sarà “tutto al contrario” rispetto a quelle tradizionali. Partirà infatti dal Colosseo sfilando lungo Via Labicana, Via Emanuele Filiberto, Piazza Vittorio, Via Statuto, S. Maria Maggiore, Esquilino, Via Cavour, Piazza dei Cinquecento, per concludersi in Piazza della Repubblica. Nel passaggio all’Esquilino, in prossimità del Ministero degli Interni, saranno ribadite le rivendicazioni:

– Libertà di movimento: dalla possibilità di attraversare i confini senza vedersi opposti visibili ed invisibili muri, alla possibilità di mobilitarsi ed esprimere dissenso contro chi comprime i diritti sul lavoro, nega il diritto alla casa, fomenta l’esclusione sociale e impone come norma il razzismo nella vita quotidiana.
– Abolizione delle leggi Minniti-Orlando-Salvini, e con esse leggi nazionali, circolari e accordi transnazionali precedenti che, dalle coste della Libia allo sfruttamento sui luoghi di lavoro e di vita, contribuiscono ogni giorno a mettere a repentaglio vite umane, dignità e diritti sociali irrinunciabili.
– La chiusura immediata di CPR e lager di Stato, la riapertura dei porti per continuare a salvare vite. Accoglienza incondizionata per tutte e tutti, vogliamo la regolarizzazione generalizzata e permanente dei migranti attualmente senza documenti.
– Solidarietà con chi rischia la propria vita in mare perché, aldilà delle norme giuridiche, compiere questa scelta non può essere considerata reato.
L’appuntamento è per sabato 9 novembre alle ore 14.00 al Colosseo

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