Repubblica si ostina a ospitare le opinioni di Carlo Cottarelli, “mister spending review”, l’uomo della forbici, il perito settore delle autopsie sul corpo martirizzato dello Stato sociale.
Ecco che scrive: “Insomma, siamo tutti keynesiani ora, ma questo non significa che aggiungere altri 120 miliardi di debito (con progetti che, ex ante, saranno certo pro crescita, verdi, digitalizzati, eccetera; ex post vedremo) non faccia nessuna differenza per la prossima generazione, la Next Generation del Ngeu, che quel debito dovrà ripagarlo.”
Non capire che è cambiata la fase politica, che la pandemia ha stravolto il ciclo economico, è la cifra di quest’uomo che sembra non rendersi conto che le sue teorie hanno fatto il loro tempo.
Abbiamo avuto uomini che si sono dedicati a cercare tutti i modi possibili e, addirittura inimmaginabili, per tagliare la spesa pubblica, col risultato di avere una Sanità azzoppata, una scuola malandata, pensioni tardive e miserande, trasporti insufficienti e fatiscenti. Per non dire di un’amministrazione pubblica semiparalizzara dal blocco del turnover. E una manifattura completamente subalterna alla produzione guidata da economie concepite all’estero.
Il Covid ha scoperto i fili di una società malandata a furia di politiche sociali e finanziarie che hanno arricchito i più ricchi, impoverito i più poveri e stritolato il ceto medio, come il famoso vaso di coccio.
Il fatto è che abbiamo ancora questi uomini al comando della politica, dell’imprenditoria, del pensiero dominante.
Questo è il vero problema: sono esperti di tagli, non sanno niente di nuovi investimenti pubblici. Hanno la testa rivolta all’indietro, non guardano alla realizzazione di prospettive future.
Ecco, allora, che Cottarelli sembra quel personaggio interpretato da Vittorio Gasman in un famoso episodio di I mostri.” di Dino Risi: “E so contento… i cazzotti fanno male”. Mentre il direttore di Repubblica, che continua a proporre i suoi articoli, sembra Tognazzi, che interpreta quell’impresario truffaldino che lo convince a tornare sul quadrato.
I mostri di oggi sono quelli che non credono che il paese possa migliorare grazie agli investimenti pubblici.
Gli investimenti decisi dalla Ue per rilanciare l’economia continentale sono un altro macht, rispetto alla crisi del 2008-2014. Ma Cottarelli, complice Molinari, invece di immaginare come investire, si mette in guardia contro il deficit pubblico, come un pugile suonato quando scambia il rumore di una padella con il suono del gong a bordo ring.
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