Una prima vittoria importante. Il tribunale penale di Londra questa mattina ha rifiutato la richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti per Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks.
Alla base della decisione le preoccupazioni per la salute di Assange, che secondo Baraister sarebbe a rischio di suicidio. Washington potrà presentare appello.
Il fondatore di WikiLeaks era stato arrestato a Londra nell’aprile 2019 per aver contribuito a svelare file riservati americani relativi fra l’altro a crimini di guerra in Afghanistan e Iraq e agli abusi contro i prigionieri a Guantanamo. L’arresto era avvenuto dopo che Assange si era rifugiato per sette anni nell’ambasciata ecuadoriana a Londra.
Le condizioni di detenzione del fondatore di WikiLeaks sono state denunciate il 22 dicembre scorso dal relatore dell’ONU sulla tortura, Niels Melze, in una lettera aperta al presidente statunitense.
Assange negli Stati Uniti rischia fino a 175 anni di carcere per aver divulgato, a partire dal 2010, più di 700mila documenti riservati sulle attività militari e diplomatiche statunitensi, anche in Iraq e Afghanistan.
Gli Stati Uniti sostengono che il fondatore di WikiLeaks abbia messo in pericolo le fonti del governo americano, un’accusa che Assange e migliaia di giornalisti coerenti nel mondo contestano apertamente.
Qui la sentenza, in inglese: https://www.judiciary.uk/judgments/usa-v-julian-assange/
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa