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Lettera degli studenti contro la disinformazione sugli scioperi

Riceviamo e pubblichiamo una lettera scritta direttamente dagli studenti delle scuole superiori in merito alla copertura giornalistica mainstream degli di scioperi studenteschi della scorsa settimana, e che si preannunciano ancora più forti in questi giorni.

La nuova generazione accusa i principali organi d’informazione di aver manipolato le reali ragioni che li ha portati a scendere in piazza, ragioni che esulano dai giochetti politici contingenti dell’indecente classe politica, e che invece vanno dritte al punto: la scuola deve essere il luogo dove sviluppare il senso critico e la formazione culturale e non luogo di formazione imprenditoriale.

Un vento, fresco, torna a spirare nelle scuole. Buona lettura.

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In questi ultimi giorni le principali agenzie di stampa e testate giornalistiche nazionali hanno per lo più comunicato in modo incompleto e strumentale le motivazioni fondamentali delle proteste messe in atto dagli studenti di molte scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia avvenute nell’ultima settimana.

Con quest’opera di grave alterazione sono state completamente stravolte le ragioni della nostra protesta e si è arrivati persino a sostenere che noi studenti, nel conflitto in corso per la riapertura delle scuole tra le Regioni e la ministra Azzolina, stessimo seguendo la linea di quest’ultima per la riapertura.

Come finora esposto nei numerosi comunicati facenti capo a singoli istituti, sia dalla componente studentesca che da quella dei docenti, e già resi pubblici (una parziale raccolta di questi alla pagina: https://ilmanifesto.it/lettere), le singole comunità scolastiche lottano per una riapertura che avvenga SENZA le insostenibili e contestate turnazioni stabilite dal tavolo di coordinamento con le prefetture locali sulla base delle indicazioni del Dpcm del 3 dicembre ratificato dal governo.

Ciò deve essere reso possibile nell’immediato facendo ricorso una diversa strategia organizzativa (molte indicazioni in merito sono presenti nelle varie lettere): un investimento indirizzato alle infrastrutture scolastiche (al loro rinnovo, alla loro riparazione e al loro potenziamento per una maggiore disponibilità di spazi) e al servizio dei trasporti pubblici locali e regionali, una concretizzazione della campagna tamponi per docenti e studenti, una revisione degli attuali fondi del Recovery fund destinati all’istruzione.

Al momento di fatto sono destinati alla scuola 28,5 mld, quando, secondo statistiche di Cgil, per l’assunzione del personale stabile e necessario e per il ridimensionamento delle cosiddette “classi pollaio” ne servirebbero 38 e per la messa in sicurezza degli edifici scolastici in tutto il paese, altri 19.

Contestiamo anche la scelta di indirizzamento dei fondi alla voce “Dalla ricerca all’impresa” – che ripropone un modello imprenditoriale e neoliberista di scuola, che era già fallito con la riforma della Buona Scuola. I fondi ad essa indirizzati sono circa 11 mld (dei 28 totali). La scuola deve essere il luogo dove sviluppare il senso critico e la formazione culturale e non luogo di formazione imprenditoriale.

Le suddette mancanze hanno catalizzato la sofferenza e fatto convergere la disapprovazione di tutte le componenti delle scuola (studenti/docenti/personale ATA): è intollerabile che il Governo non ponga sufficiente attenzione alla problematica dell’istruzione e che, allo stesso tempo, la ministra si mostri dalla parte degli studenti.

Verba volant: mancano azioni concrete ed effettive a favore della scuola, che sempre più sembra essere lontana dalla sua originaria funzione di “ascensore sociale”, come espresso dall’articolo 34 della Costituzione.

Alla luce di tutto ciò chiediamo infine agli organi di informazione di mettere in evidenza  le principali motivazioni alla base della recente ondata di proteste dei singoli istituti in risposta ai provvedimenti per la riapertura delle scuole secondarie, che si distaccano dalle dichiarazioni e dai provvedimenti governativi; tramite gli organi di stampa chiediamo provvedimenti effettivi al ministero e non semplici dichiarazioni di solidarietà.

Gli studenti sciopereranno il 18 Gennaio per riconfermare le loro posizioni e dichiarazioni e per testimoniare che il disagio che la scuola sta vivendo non si è mai spento, anzi è solo che peggiorato.

Aderiscono a questo comunicato gli studenti  delle seguenti scuole secondarie di secondo grado attraverso i rappresentanti di  istituto: Liceo classico Terenzio Mamiani, IISS Giorgio Ambrosoli, Liceo classico Pilo Albertelli, Liceo artistico Ripetta, Liceo scientifico Amedeo Avogadro, Liceo scientifico Giovanni Keplero, Liceo classico e linguistico Orazio, Liceo classico e linguistico Immanuel Kant, Liceo classico Aristofane, Liceo scientifico Newton.

Leggi anche: Scuole in piazza contro la Dad, il governo messo all’angolo

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