Oramai il livello paranoico-repressivo degli organi preposti alla sorveglianza e alla punizione di quelle che la ricca élite occidentale ha declinato in termini di inurbane posture ideologico-sovversive, è giunto a saturazione.
Anzi, per usare una cupa allegoria legata alla più tragica contingenza, non sutura più!
Solo perché, talvolta, ci si consente il lusso, o meglio l’ardire, di dissentire con le inique regole di un iniquo sistema socio-economico e politico-culturale; o solo perché non si è in linea con l’onorevole senso della decenza dei convenzionali costumi; o ancora, con quella rispettabilità delle maschere, che però tradiscono nel volto l’intima volgarità della tartuferia istituzionale… si rischia di finire dinanzi alla Congregazione per la Dottrina della Fede “democratica”.
Ovvero, davanti ad un tribunale e ai suoi irreprensibili magistrati. Una casta di Torquemada avvezza troppo spesso all’autoassoluzione, nonché, al perdono dei propri solerti, celeri e di buon grado violenti scagnozzi.
Ma inflessibile quando si tratta di giudicare le altrui presunte mancanze. Quelli che De Andrè cantò come nani che per larga parte misconoscono la statura di dio, pur non ignorando affatto l’arte della vanità e le dimensioni di una prima pagina a tre colonne.
E allora costoro, in unità di intenti con i propri sbirri e con la oramai mignottesca stampa di regime foucaultianamente sorvegliano e puniscono.
Dunque, di tal tragicomica risma persecutoria, inquisitoria ed esplicitamente punitiva, si ammanta la notizia che è apparsa ieri su tutti i più importanti giornali napoletani.
E che vede protagonisti, loro malgrado, l’assessora alla cultura di Palazzo San Giacomo, Eleonora De Majo, e il di lei compagno di vita e di lotta, Egidio Giordano, a sua volta assessore alla III Municipalità del Comune di Napoli.
La foto dei due campeggia su ogni foglio: un vero killeraggio mediatico-giudiziario che ha il sapore dell’ignominia di regime e del classico regolamento di conti politico per via tribunalizia.
Ma, insomma, veniamo ai fatti.
Sui quotidiani della mia città leggo che un pool di magistrati, congiuntamente a “Forze di Polizia”, starebbe indagando sugli scontri avvenuti a Napoli, durante la manifestazione del 23 ottobre scorso, contro la chiusura delle attività commerciali.
Scontri che avrebbero visto la partecipazione di Gennaro Grosso, tifoso sedicente estremista della curva A e appartenente al gruppo della Masseria.
Il quale, ritengo legittimamente – essendo un cittadino che gode delle libertà civili cosiddette borghesi e dunque anche di quella di poter esprimere liberamente le proprie idee: considerando che in questo paese hanno voce, e che voce, razzisti e fascisti – vorrebbe abbattere la Statua di Garibaldi per sostituirla con quella di Diego Armando Maradona.
Idea certamente eccentrica, probabilmente inutile ma, a conti fatti, neanche tanto peregrina. Posto che il fu Giuseppe Garibaldi, di porcate, durante la risorgimentale liberazione del Mezzogiorno dai Borboni nel nome della coloniale corona sabauda, non ne commise di certo poche. Mentre Diego ci ha regalato poesia!
Comunque, dicono i magistrati, Grosso avrebbe confidato questa sua sovversiva e anti-patriottica intenzione all’assessore Giordano e alla di lui compagna, Eleonora De Majo.
Il che configurerebbe un “precedente gravissimo”, visto che, successivamente, il Grosso ottenne da Palazzo San Giacomo di essere coinvolto nell’“operazione statua” assieme a un altro “scalmanato ultrà”, peraltro avvocato, Emilio Coppola, rappresentante della curva B.
Entrambi chiamati a far parte, in un secondo momento, della commissione che dovrebbe valutare i progetti per l’eventuale abbattimento del marmoreo monumento risorgimentale e garibaldino da sostituire con la calcistica e, secondo i parametri repubblichini, meno gloriosa statua maradoniana.
Orbene, nel corso dell’indagine, si sarebbe giunti addirittura alla perquisizione, da parte della Digos, dell’appartamento della De Majo e del Giordano.
Dei quali, pur non essendo indagati, andrebbero accertati – si sostiene con pervicacia quasi teutonica – i rapporti con Grosso e Coppola.
In quanto vengono ipotizzati “sospetti e oscuri legami” tra i due assessori, il centro sociale Insurgencia, le frange più violente del tifo – come, guarda caso, gli ultras che si richiamano alla sigla del popolare Rione Sanità – e addirittura organizzazioni di estrema destra, quali Casapound.
Francamente, immaginare la De Majo e Giordano in stretta relazione con i fascisti, farebbe ridere finanche noti cazzari della dietrologia italiana, ma andiamo avanti!
Pericolosissime “contiguità”, quelle coltivate pertanto dai due assessori, che però risulterebbero ancor più sospette a causa del ritrovamento, in casa De Majo-Giordano, di ben sette petardi sette, di quelli, cito testualmente «assordanti che si usano nelle manifestazioni».
Perdindirindina! Petardi assordanti!
Come non riconoscere, dietro queste rivelatrici parole, la cifra concreta, quasi lukacsiana, di quei cronisti d’assalto che sono costretti a riempire le pagine dei giornaloni borghesi!
Perché non possiamo fare a meno di chiederci se esistano petardi silenziosi…
Basterebbe aver trascorso un Capodanno a Napoli, città di appartenenza, a quanto pare, degli stessi “colleghi“, per evitare di scrivere simili amenità.
E d’altronde – vorremmo sottolineare – anche i lacrimogeni di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza sono spesso del genere assordante, nonché asfissiante.
E dunque non troviamo strano che chi frequenta le piazze per dimostrare il proprio dissenso possa fare almeno un po’ di rumore. Anche tra una manganellata e l’altra, sferrata con brutalità dai rappresentanti della Legge.
Tutto ciò, sempre che i petardi rinvenuti non risultino essere di natura celebrativa e capodannesca. Nel qual caso, il sequestro, con tanto di fanfara mediatica, si eleverebbe ad una nuova forma di umorismo pirandelliano. L’ involontaria e tragica auto-satira del potere “democratico”.
Quei sette petardi, ad ogni modo – secondo la sempre più distorta e complottarda psicologia della magistratura italiana, cui fa da seconda voce forcaiola l’asservita informazione mainstream – configurerebbero scenari inquietanti.
Una sceneggiatura non originale che si ripete con cadenza regolare nell’italietta post guerra fredda.
E così, quei sette petardi non farebbero altro che “confermare” il “profilo violento” del sovversivo capo di Insurgencia e della pasionaria assessora. Sette petardi con cui chissà quali sfracelli, i Bonnie e Clide dei Centri Sociali erano pronti a compiere in giro per l’Italia. Chiaramente, uniti in un’ alleanza perversa con facinorosi ultras e fascisti di Casapound.
L’assessora De Majo era stata anche ascoltata come persona informata sui fatti. Ma le informazioni da lei fornite, ritengono i magistrati, non sono state sufficienti «a ricostruire compiutamente la vicenda e anzi, da tali dichiarazioni, sono emerse contraddizioni e reticenze sul reale andamento dei fatti e sul ruolo dei diversi protagonisti».
Siamo oltre la suggestione paranoide de L’invasione degli ultracorpi. Oltre le pur assurde teorie della cospirazione. Siamo alla farsa. Anzi, alla barzelletta. Di quelle raccontate da Pierino, però.
Ma dietro questi scenari farseschi si agitano, purtroppo, ombre sempre più nere. Oramai il Potere – nelle sue complesse articolazioni economiche, politiche, giudiziarie e mediatiche – sembra non avere più remore e limiti.
E ritiene di poter agire in deroga ad ogni vincolo democratico o legale. Non ha più senso della vergogna e del ridicolo. Perché non ha controparti sociali. È quasi assoluto. Non a caso, da tempo, si parla di dittatura democratica. Di Democratura.
I Governi si formano senza il consenso popolare. Anzi, in contraddizione con esso. La Magistratura agisce in obbedienza a quello stesso potere politico ed economico e spesso in contrasto con i principi stessi della Giustizia.
Le leggi promanano da organi elettivi non eletti e vengono per lo più varate a tutela della classe dominante.
Siamo, in pratica, nell’era di un neo ancien règime!
Ed è questo che sgomenta ed inquieta, soprattutto in assenza di un reale movimento antagonista e di un’ organizzata e necessaria opposizione sociale.
Il caso che sta riguardando, in queste ore, i compagni Egidio Giordano ed Eleonora De Majo, nel suo piccolo ambito cittadino, conferma quest’assurda, pericolosissima deriva e le nostre apprensioni per un futuro che non appare certo roseo.
Ma siamo abituati alla lotta e continueremo a lottare.
Intanto, ai compagni e agli amici Eleonora ed Egidio vada la nostra più completa solidarietà!
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Gaetano Foccillo
Condivido pienamente l’analisi dell’inquietante realtà politica, sociale ed economica che stiamo vivendo. Il potere dominante mostrerà sempre più il suo volto atroce e questo non può che allarmare soprattutto il proletariato e il mondo degli esclusi. Si delinea una prospettiva politica densa di attacchi ai diritti individuali e collettivi grazie anche alla subalternità, se non alla complicità, del sindacato alle politiche neoliberiste. Mi permetto di dire, sommessamente, che il parallesimo con il ruolo storico svolto da Garibaldi nel meridione sia un po’ improprio, anche se oltre alle luci siano da evidenziare sicuramente delle ombre nell’azione condotta per cacciare gli Austriaci dall’Italia. Grazie. Provvederò ad un versamento in c/c nei prossimi giorni. Saluti a pugno chiuso! ✊