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8 marzo: nulla da festeggiare, un futuro da conquistare!

Durante la pandemia il 99% dei licenziamenti sono stati a discapito delle donne. Questa crisi, dovuta a 30 anni di tagli sul settore pubblico, privatizzazione e austerità da parte delle classi dominanti europee, ha fatto emergere più che mai la necessità di lottare per un’alternativa sociale.

Da anni, alle fasce popolari viene imposto un modello di sviluppo che precarizza il lavoro, facendo pagare il costo più salato alle donne, rendendole doppiamente ricattabili e legate alla figura dell’uomo in maniera funzionale al capitale, alimentando la competizione a ribasso sulle spalle dei lavoratori sfruttati. Un modello che privatizza la sanità, rendendo sempre meno accessibili diritti come quello all’aborto, e che priva le donne di dignità e garanzie.

Il centro-destra e il centro-sinistra, che si sono succeduti negli ultimi anni al potere, hanno finanziato i privati e le grandi aziende con lo stesso tipo di politiche che hanno evidenziato le differenze sociali fra uomo e donna, insieme a chi è loro complice, oggi come ieri nemico delle mobilitazioni degli studenti e delle fasce popolari.

Non saranno mai legittimati da noi nella lotta antisessista, né tantomeno come nostri amici in questa battaglia, così come le donne, anche loro responsabili del massacro sociale.

Infatti, la lotta antisessista, come quella antirazzista e ambientalista, vengono strumentalizzate dal capitale per un tornaconto puramente economico e di potere.

La lotta è nostra e ce la riprendiamo!

Chi ogni giorno come noi lotta per la scuola e il futuro che gli spetta, continuerà a consolidare una barricata fra noi e le donne come Giorgia Meloni, Kamala Harris, Angela Merkel e Ursula Von Der Leyen, padrone di questo sistema.

Continueremo a gridarlo nelle scuole, nelle strade e nelle piazze: l’antisessismo è lotta di classe, che appartiene a chi ha deciso di organizzarsi e di non essere povere vittime del progressivo imbarbarimento della società, ma di combattere con la lotta quotidiana una società basata sulla disuguaglianza, la competizione e la violenza sistemica verso le fasce popolari.

E per questo, contro lo sfruttamento, contro questa società, giorno dopo giorno, costruiamo l’opposizione e l’alternativa.

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