Questa volta l’atto di accusa non viene dai familiari delle vittime di Covid o dai magistrati che stanno conducendo l’inchiesta sulla mancata zona rossa nella bergamasca. ‘Riconoscere gli errori del governo nella gestione della sanità pubblica” è infatti il titolo di un articolo pubblicato sulla rivista scientifica “The Lancet”.
Secondo l’articolo la popolazione della Lombardia fu sconvolta dagli eventi e dall’inconsistenza della risposta da parte della sanità pubblica e delle autorità di governo, oltre che da un piano pandemico obsoleto e non attuato. “I cittadini lombardi vennero messi di fronte all’orrore: ai propri affetti morti in casa senza cure e soli in ospedale alla scarsità di ossigeno e bombole e alla confusione nell’identificare i corpi cremati” scrivono i quattro autori dell’articolo Chiara Alfieri, Marc Rgrot, Alice Desclaux e Kelley Sams.
Anche ‘The Lancet’ legge in chiave politica la decisione di non dichiarare subito la zona rossa a febbraio 2020 nel focolaio di Alzano: “La decisione di non creare la zona rossa ad Alzano e Nembro da parte del Governo e della Regione Lombardia quando il Covid-19 fu diagnosticato ad alcune persone alla fine del febbraio 2020 viene vista come direttamente responsabile della diffusione dell’infezione in altre città attraverso la provincia di Bergamo (in modo particolare la Val Seriana) e poi in tutta Europa”.
Di fronte a quella che l’Istituto Nazionale di Statistica definì una “terza guerra mondiale”, scrive della rivista, “la società civile di Bergamo si organizzò in un movimento per avere giustizia, verità, risarcimento, dignità e per offrire un supporto emotivo in risposta al dolore, alla confusione e alla rabbia delle famiglie”.
The Lancet mostra di apprezzare il lavoro di ricostruzione dei fatti realizzato dell’associazione ‘Sereni e sempre Uniti’ che raccoglie i familiari delle vittime del Covid, soprattutto quelle della prima ondata: “L’evidenza antropologica dimostra che il ruolo di associazioni come quella dei familiari italiani delle vittime del covid è cruciale per le istituzioni al fine di identificare e correggere gli errori nella risposta di sanità pubblica, cosa necessaria per supportare le comunità a preparsi per future minacce infettive, come raccomandato dalla Community Preparedness Unit dell’OMS”.
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walter Gaggero
La prassi deve essere ,come in Cina e altrove,
prendere la temperature
se alta tampone
se positivo(Quindi positività e temperatura)
cura domiciliare
se dopo pochi giorni tutto normale
ritorno alla attività normale
senza tampone.
La positivitò al tampone senza altri sintomi non significa nulla è endemica.
Qua in Spagna funziona così, e Green Pass solo in 4 fascia per ristoranti e bar con piu di 30 posti
tutto va bene.