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Dall’inchiesta di Piacenza un arretramento della Costituzione

La Rete legali USB – comprende tutti gli avvocati che collaborano con l’organizzazione sindacale nella difesa giudiziaria dei lavoratori – e  Ce.In.G – il Centro di iniziativa giuridica intestato ad Abd El Salam, sindacalista USB ucciso mentre partecipava ad una manifestazione per i diritti dei lavoratori a Piacenza – hanno accolto con stupore la notizia delle misure cautelari applicate dalla Procura della Repubblica di Piacenza ai dirigenti sindacali accusati di realizzare una associazione a delinquere.

Come diceva Calamandrei “la Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”.

La nostra Costituzione, che fonda la Repubblica sul Lavoro, favorisce l’organizzazione sindacale e riconosce il diritto di sciopero, considera il conflitto sociale come uno strumento per il progresso della collettività.

Del resto, la Corte Costituzionale con la sentenza 244/1996 ha affermato come ciò che connota e rende costituzionalmente legittima la normativa sulla rappresentanza del lavoro “comporta un’interpretazione rigorosa della fattispecie dell’art. 19 dello Statuto dei Lavoratori, tale da far coincidere il criterio con la capacità del sindacato di imporsi al datore di lavoro, direttamente o attraverso la sua associazione, come controparte contrattuale”

Confondere i sindacati, che altro non sono che l’associazione per la conquista dei diritti – anche in maniera schietta e determinata – con l’associazione per delinquere, provoca un arretramento nell’inveramento del disegno costituzionale.

Inoltre, l’iscrizione nel registro degli indagati di un avvocato che collabora con USB e membro di Ce.In.G per avere sollecitato l’attuazione del diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro di cui all’art.18 s.l. di un gruppo di lavoratori, sancito dalla Corte d’Appello di Bologna (ed in seguito, anche del Tribunale di Piacenza) è un atto che mina il ruolo fondamentale della difesa legale. 

Facciamo queste riflessioni anche perché, sempre nello spirito dell’attuazione della Costituzione, abbiamo a cuore che la Magistratura sia indipendente e attenta a distinguere attività delittuosa dal legittimo conflitto.

Pertanto, manifestiamo solidarietà e vicinanza alle organizzazioni sindacali coinvolte e daremo il nostro contributo con ogni azione necessaria per il corretto inveramento del messaggio costituzionale e la garanzia del democratico conflitto sindacale.

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