Scrivevamo proprio ieri sul nostro giornale della citazione in giudizio nei confronti della Commissione Europea da parte del New York Times per irregolarità nei contratti stipulati con Pfizer/Biontech, in particolare per il ruolo avuto da Ursula Von Der Leyen su di un acquisto del maggio 2021 portato avanti a suon di SMS e messaggi Whatsapp.
Eppure in Italia 20 procure, quasi tutti uffici distrettuali, hanno già un esposto analogo depositato da novembre scorso che chiede di fare chiarezza sul tema, e non solo su quello.
L’’Unione Sindacale di Base, tramite l’avv. Perticaro, aveva infatti già proceduto ad un’azione legale affinché la giustizia italiana acquisisse tutta la documentazione necessaria a fare luce su questo contratto che presenta irregolarità.
L’esposto si sostanzia sulla base di alcune dichiarazioni critiche di europarlamentari nei confronti della segretezza tenuta dalla Commissione su prezzi e clausole dei contratti, sul Pfizergate, ovvero sugli errori procedurali nei trials clinici dell’azienda sollevati dal British Medical Journal, e infine sulla vicenda del marito della Von Der Leyen.
La questione aveva già adombrato pesanti conflitti di interessi della Presidente della Commissione nella gestione della campagna vaccinale.
Il coniuge Heiko Von Der Leyen era – dato che alla fine si è dimesso – nel comitato di sorveglianza di una fondazione dell’Università di Padova, che doveva condurre ricerche in cui erano coinvolte anche le grandi firme del Big Pharma, finanziata da 320 milioni del PNRR.
Questo ruolo era stato distrattamente dimenticato dalla politica tedesca, e dalle nostre parti sappiamo bene che quando tanti miliardi sono sul piatto, la tentazione di trarne qualche vantaggio è forte nelle nostri classe dirigenti.
Inoltre occorre non dimenticare che la Pfizer è una multinazionale non solo statunitense ma anche tedesca, la denominazione corretta è infatti Pzizer-Biontech.
Nell’esposto è allegato anche uno studio del Prof. Marco Cosentino, docente di farmacologia all’Università dell’Insubria (fortemente specializzata nelle discipline mediche).
In esso si criticano le strategie vaccinali e la poca attenzione data al monitoraggio dopo l’acquisto delle dosi, che ricordiamo sono in scadenza a milioni, proprio in virtù di acquisti fatti in numero di gran lunga superiore alle necessità. È lo stesso Perticaro che ha dichiarato a Il Fatto Quotidiano: “non siamo contro i vaccini, ma contro chi può aver speculato sugli stessi. Non siamo contro la farmacologia o la medicina, ma contro chi ne fa un uso distorto.”
Insomma, su ipotesi di reati quali corruzione, truffa aggravata e frode in pubbliche forniture, varie procure della Repubblica avrebbero potuto già sequestrare documenti ancora largamente segreti della Commissione UE, per fare luce su possibili danni procurati a chi vive nel nostro paese. Nulla si è mosso per mesi, e anzi quasi nessuna risonanza è stata data al caso nel nostro paese.
Abbiamo dovuto aspettare il Qatargate e ora la denuncia del New York Times perché si tornasse a parlare di queste irregolarità, magari approfittando pure del fatto che si possano far passare questi «attacchi» come provenienti da fuori dall’Europa.
Ora che però non si può più ridurre al silenzio l’intera vicenda, e le procure hanno tutti gli strumenti per procedere nel loro lavoro di indagine, si attiveranno per dare seguito agli esposti che giacciono nei loro faldoni? Ce lo auguriamo per il bene della salute di tutte e di tutti, e per il bene anche della nostra democrazia.
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