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E’ morto Toni Negri

E’ morto a 90 anni Toni Negri, perseguitato dallo Stato italiano ma venerato nelle università di tutto il mondo.

Filosofo, è stato tra i fondatori di Potere Operaio e intellettuale di riferimento dell’Autonomia Operaia.

Il 7 aprile del 1979 venne arrestato nell’omonimo blitz che portò in carcere numerosi dirigenti di rilievo dell’Autonomia Operaia nel quadro di una montatura politico-giudiziaria nata soprattutto negli ambienti del Pci. Rimase in carcere per quasi quattro anni, fino a quando venne candidato ed eletto parlamentare con il Partito Radicale.

Dimissionato a forza dal Senato fu costretto per anni alla latitanza in Francia, fino a quando è potuto rientrare nel paese che non ha mai fatto i conti con i buchi neri degli anni delle Leggi di emergenza.

Autore di innumerevoli libro, saggi e testi, Toni Negri rimane un intellettuale controverso. Stimolante sul piano teorico, deludente sul piano politico, con Toni Negri non abbiamo mai avuto un rapporto sereno. Con alcune delle sue tesi più importanti – L’Impero o sul ruolo progressivo dell’unità europea – abbiamo spesso fatto a sportellate.

Rimane comunque uno degli intellettuali marxisti più stimolanti del Novecento in Italia.

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7 Commenti


  • Alessandra

    Spero che in seguito alla dipartita e al conseguente processo di santificazione, ne venga pubblicata l’opera omnia, compresi i lunghi verbali degli interrogatori resi al giudice Sica dove forniva finalmente alla magistratura le chiavi interpretative per comprendere le geografie delle organizzazioni rivoluzionarie degli anni ’70.

    “Noi c’eravamo già resi conto all’Asinara del lavoro di spionaggio che effettuava la direzione carceraria…
    Tuttavia, leggendo le interviste dei giudici o gli articoli dei giornali, emergeva chiaramente, dagli strafalcioni interpretativi della lotta armata che commettevano, che non avevano capito nulla di queste contraddizioni.
    Incastrare Negri come il telefonista di Moro, volle dire costringerlo, per discolparsi, a spiegare – da quel lucido intellettuale che era – cosa era esattamente il movimento rivoluzionario. E lui si faceva 10-15 ore di interrogatori, spiegando tutto.
    E proprio su questo tipo di comportamento, non tanto sulle tesi politiche, che esprimo un giudizio negativo su Negri: io sono molto sensibile al comportamento di detenzione, ma anche alla regolarità come parte di un collettivo che decide un atteggiamento unitario. La critica durissima da fare fu che fino ad allora nessun prigioniero, dal grande prigioniero al compagno più sprovveduto, aveva accettato un rapporto con la magistratura.
    Conosco decine e decine di ragazzi che per non aver risposto alle domande dei giudici si sono presi 10-15 anni di galera e se li sono cagati tutti, senza dire una parola. Spiegare una circostanza gli avrebbe risparmiato anni, e non l’hanno fatto.
    Aldilà del documento della dissociazione, con tutti i danni che ha comportato in termini di desolidarizzazione, fu proprio questo comportamento di Negri a rappresentare una merda imperdonabile. Lui ha spiegato cos’era il movimento rivoluzionario, e anche se lo ha fatto dal punto di vista politico, come dice lui, di fatto ha differenziato anche le responsabilità”…

    (Sante Notarnicola – Camminare sotto il cielo di notte, Calusca, 1993.)


  • Massimo

    Grande intellettuale, attento a tutte le forme di lotta, non si è mai sottratto al confronto con tutte le componenti del movimento proletario soprattutto nei momenti critici. Le sue opere testimoniano l’acutezza e la profondità del pensatore e del compagno che sei stato.Tony ci mancherai tantissimo.


  • Mauro

    Oh,mettetevi d’accordo….


  • Pasquale

    Sicuramente un grande marxista come altrettanto sicuramente non affatto un ‘cattivo maestro’. I cattivi maestri sono stati altri e ci hanno lasciato eredità scellerate.


  • Andrea Costanzi

    Una dissociazione quella di Negri che però non è stato un tradimento. Fece una analisi politica del movimento di fronte ai giudici senza però fare nomi.


  • Giancarlo Staffo

    Condivido in pieno nei l’articolo della redazione.
    In seguito la critica leninista rigorosa e spietata ai contenuti devastanti, “post e anti marxisti”, delle sue tesi dovrà fare il suo corso


  • avv.alessandro ballicu

    sicuramente in linea col pensiero del grande Vladimir Lenin, di Fidel Castro e altri eroi del popolo.
    del resto nelle tragedie di Alfieri l’eroe era colui che giustiziava il tiranno

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