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“Politica di guerra e crisi internazionale, l’Ucraina come spartiacque”

La mattina del 24 febbraio 2022 le truppe della Federazione russa entravano nel territorio ucraino, dando inizio a quel conflitto “convenzionale” che ancora oggi vede impegnati sui due fronti l’esercito ucraino, sostenuto militarmente dalla Nato, e quello della Russia.

Ma in questi giorni ricorre anche un altro evento decisivo per la storia recente dell’Ucraina, ossia la realizzazione del colpo di Stato del 20-21 febbraio 2014, meglio noto come l’Euromaidan.

Strumentalizzando le proteste dei lavoratori iniziate a novembre, settori di estrema destra col supporto dei governi occidentali spodestarono il governo eletto e fecero sprofondare il paese in una guerra civile che, fino all’allargamento del conflitto del 2022, aveva provocato 14.000 morti, soprattutto nel Donbass, come nella strage della Casa dei sindacati di Odessa.

In questi dieci anni, molto è cambiato in Ucraina e molto è cambiato nel contesto internazionale.

La “guerra guerreggiata” è tornata tragicamente nell’attualità, dall’Ucraina al Mar Rosso passando dalla Palestina fino al resto del Medio Oriente, una regione sul punto di esplodere contro le ingerenze statunitensi ed europee a sostegno di Israele.

La crisi di egemonia del blocco euroatlantico, emersa nitidamente con la fuga dall’Afghanistan, si manifesta nella tendenza alla guerra come risposta alla crescita di altri attori globali e regionali che cercano spazio politico ed economico fuori dall’influenza occidentale.

Proprio l’oltranzismo mostrato dall’Alleanza atlantica è una dimostrazione di come con la Nato non c’è possibilità per la pace di imporsi, Nato che della guerra d’aggressione (nelle sue varie forme, militare, cyber, psico-comunicativa ecc.) fa oramai la sua ragion d’essere.

Oggi, con la prossima missione militare nel Mar Rosso, l’ingerenza yankee in America Latina, la tensione nel Mar Cinese, i rivolgimenti in Africa, l’emersione dei Brics+ e la maxi-tornata elettorale alle porte (Usa, Ue, Russia, India), ragionare sui dieci anni di destabilizzazione ucraina e sui due anni di intervento russo significa ragionare sulle cause e sulle conseguenze della sempre più marcata presenza della guerra nella politica internazionale, Italia compresa.

Su questo, il 23 febbraio il Comitato Angelo Baracca promuove a Roma un dibattito di approfondimento. L’appuntamento è alle ore 18:00 presso il circolo GAP, in via dei Sabelli 23 (San Lorenzo, Roma – ingresso con tessera Arci).

Introduce e modera: Comitato Angelo Baracca.

Interventi: Alberto Fazolo, Giuliano Marrucci, Simone Sallusti, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano, Rete dei Comunisti.

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1 Commento


  • Lollo

    Purtroppo parlarne serve a poco, non che sia inutile intendiamoci. Ma serve agire. Punire democraticamente tutte le forze politiche europeisti filo-usa. In una parola iniziare a fare pressioni perché si sciolga la UE ed i nostri esecutivi nazionali, senza ingerenze di FMI alias Bce, pendino solo a percorsi di neutralità e pace. Vedi modello Svizzera.

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