Centinaia di persone hanno invaso l’area dell’ex Fiera di Roma, sulla Cristoforo Colombo, luogo simbolo del degrado e del malaffare, per presidiare un bene comune e riaprire la campagna per il diritto all’abitare, alla residenza e per la libertà di movimento. Attivando la custodia sociale di un bene comune, chiediamo all’amministrazione comunale, e all’assessore all’Urbanistica in particolare, di confrontarci apertamente e di avviare un processo virtuoso nella rigenerazione cittadina e nel riuso di stabili e aree abbandonate o inutilizzate.
Custodia sociale e rigenerazione urbana. Assessore Berdini batti un colpo!
Tempi difficili per la nostra città. Con migliaia di persone alle prese quotidianamente con il difficile tentativo di mettere insieme il pranzo con la cena, pagare un affitto o un mutuo, vestirsi, curarsi e mandare i figli a scuola o all’università. L’amministrazione comunale non ha dato ancora segni visibili di rendersi conto di quanto accade nelle periferie e nelle case degli abitanti capitolini. La sindaca ci appare concentrata su nodi politici legati ad equilibri di potere più che ad affrontare la situazione come sarebbe necessario: mettendo al primo posto i bisogni e i diritti degli uomini e delle donne che vivono a Roma, i desideri e i sogni dei bambini e delle bambine.
Sono molti i nodi da sciogliere e l’emergenza abitativa è tra questi. I numeri sono impressionanti e spesso trovano spazio sulle pagine dei giornali. I dati del ministero dell’interno su sfratti per morosità incolpevole e mutui non pagati sono a più zeri. Eppure il lavoro va a rilento e spesso è proprio il dipartimento politiche abitative del Comune di Roma a ostacolare le soluzioni possibili. Anche se gli ultimi passaggi con gli assessori Baldassarre e Mazzillo fanno intravadere spazi di manovra interessanti.
Eppure sono migliaia i metri quadri e i relativi metri cubi abbandonati, non utilizzati, da riusare. Su questi spazi la rendita immobiliare e la lobby dei costruttori ha le consuete mire: valorizzare e speculare, cementificare e fare profitti. Non bastano le migliaia di appartamenti vuoti che nessuno potrà mai affittare o comprare.
È arrivato il momento che la nuova giunta comunale, i municipi, insieme alla regione Lazio mettano in moto una strategia di recupero dei relitti urbani e di rigenerazione volta alle necessità della città. Anche destinandoli all’emergenza abitativa.
L’iniziativa di oggi si inquadra in questo disegno e la proposta avanzata da centinaia di famiglie senza casa di essere custodi sociali di questo spazio nasce dalla necessità di reclamare veri segnali di discontinuità con il passato, dove l’emergenza è diventata sinonimo e paravento di “mafia capitale”.
Quest’area e gli stabili che vi insistono sono oggetto di un dibattito stucchevole e senza costrutto. Si parla di tagli di cubature e di danno nei confronti di Investimenti Spa, la realtà che gestisce Fiera di Roma, e che ha già prodotto devastanti iniziative nel territorio. Tutto questo avviene a pochi metri dalla mega costruzione largamente inutilizzata che ospita Confcommercio, altro attore negativo nel municipio VIII , e a un paio di chilometri dalle Torri, un tempo sede del ministero delle Finanze, ora ribattezzate la Beirut dell’Eur, con costruzioni demolite nei loro interni da quasi dieci anni e mai ristrutturate. A nulla vale l’inaugurazione della Nuvola di Fuksas, altra operazione costosa e probabilmente inutile per le sorti di questo quadrante di Roma.
Occorre dare agli abitanti di questa città che reclamano il diritto alla casa sulla base delle proprie condizioni di reddito le risposte che meritano. La graduatoria per una casa popolare si sta nuovamente ingrossando, i residence sono ancora in attesa di trovare una soluzione, la delibera regionale sull’emergenza abitativa giace immobile e le occupazioni indicate dalla delibera n. 50 del commissario Tronca rischiano lo sgombero. Per non parlare dei dieci sfratti al giorno che vengono eseguiti senza soluzione alcuna per chi finisce in strada.
Da questo luogo simbolo del degrado e del malaffare intendiamo riaprire la nostra campagna per l’abitare, per il diritto di residenza, per la libertà di movimento. Chiediamo all’assessore Berdini di confrontarci apertamente e di avviare un processo virtuoso nella rigenerazione cittadina e nel riuso di stabili e aree abbandonate o inutilizzate. Intanto rimaniamo come custodi sociali di questo luogo che consideriamo un bene comune.
Movimento per il diritto all’abitare
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