Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze valuta con sconforto le risposte date dall’assessore Stefano Giorgetti all’interrogazione in Consiglio Comunale posta da Tommaso Grassi per sapere a che punto è l’iter autorizzativo del PUT (piano di utilizzo) delle terre di scavo che verrebbero prodotte nella realizzazione delle gallerie. I termini entro i quali il Ministero dell’Ambiente avrebbe dovuto pronunciarsi sul piano presentato da Nodavia scade oggi, ma pare non se ne sappia ancora nulla.
Nella normativa vigente non esiste il principio del silenzio-assenso in questa materia, per cui suona strano questo silenzio tombale sull’esito della verifica da parte del Ministero.
Il “piano di utilizzo delle terre” necessita di una autorizzazione indispensabile per poter stoccare le terre prodotte dalla fresa a Santa Barbara, nelle ex miniere del comune di Cavriglia; questo ritardo nella risposta ministeriale, che segue anni di attesa da parte di Nodavia e FS per presentare il PUT, è segno evidente che ci sono problemi seri nel prevedere lo smaltimento di milioni di metri cubi di terra contaminata.
Sono anni che il problema è stato ipocritamente ignorato da FS, Nodavia e Ministero dei Trasporti; si è arrivati addirittura a modificare la normativa italiana su questo argomento andando anche in contrasto con le normative europee, ma evidentemente il progetto di “risanamento ambientale” pensato con queste terre inquinate è troppo squinternato per poter essere realizzato.
Se accanto a questo grave errore progettuale si mettono anche tutte le altre criticità, denunciate in questi anni dal comitato e gravemente sottostimate da FS e Nodavia, non resta che fare ancora un accorato appello al buon senso affinché si abbandoni questo sciagurato progetto che è semplicemente irrealizzabile se non a costi elevatissimi per la città di Firenze.
Se a questi problemi tecnici aggiungiamo la spettacolare inutilità dell’opera – tanto che, non sapendo come riempire l’enorme stazione in costruzione, si è pensato di trasformarla in fermata di bus – non resta davvero che sperare in un residuo di raziocinio delle istituzioni perché questo progetto TAV sia cancellato dalla lista delle cose da fare e anche dalla memoria della città.
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