Le direttive Minniti contro i migranti, contro i poveri, contro i precari, contro la lotta per il diritto alla Casa e ai Beni comuni sottraggono giustizia sociale e democrazia a tutte e tutti. NO AGLI SGOMBERI, SI AI DIRITTI! Assemblea pubblica venerdi 15 settembre, alle ore 17.00 complesso di S.Maria la Nova – Napoli
Veniamo da un’estate di sgomberi violenti e guerra ai poveri che ha trovato il suo momento apicale nella vergogna di piazza Indipendenza, nelle decine di rifugiati e senzatetto, donne, uomini, bambini, anziani, portatori di handicap caricati e picchiati senza pietà.
Dieci anni di crisi economica e di governi dell’austerità hanno disintegrato quel che restava del welfare e affollato il gradino degli ultimi e dei penultimi nella gerarchia dell’ingiustizia sociale. Un disastro fatto di distruzione dei diritti e tagli sociali, di sudditanza alla furia liberista della BCE che ha accresciuto a dismisura la forbice di ricchezza tra una minoranza di privilegiati e i tantissimi che stanno precipitando verso il basso. In questo quadro l’unica strategia perseguita dai governi e da quasi tutti i partiti è stata la costruzione del “nemico pubblico” per dirottare il malessere sociale nel conflitto orizzontale verso migranti e rom e più in generale verso i precari, i poveri e quanti non trovano posto in un ordine sociale fondato sull’esclusione. In particolare verso chi non si arrende e lotta per difendere i propri diritti calpestati. Criminalizzare la lotta per la casa ad esempio è stato un obiettivo di tutti gli ultimi governi, dopo essersi totalmente disimpegnati da ogni politica per l’abitare.
Negare prima la residenza e i diritti costituzionali e poi lo stesso diritto di esistenza a chi vive in emergenza abitativa, a chi occupa per avere un tetto. Il ministro Minniti rappresenta senza dubbio l’apice di questa strategia, prima con gli accordi sciagurati ai danni di profughi e rifugiati per contendere il terreno elettorale della xenofobia a Salvini e al M5S, poi cercando di silenziare con la forza ogni forma di autorganizzazione e di soggettivazione dal basso nelle città italiane. La posta in palio è il controllo repressivo ed escludente delle città. L’articolo 11 della legge Minniti e anche l’ultima direttiva dopo i fatti di piazza Indipendenza, malgrado il linguaggio ambiguo, mettono al centro un dispositivo per moltiplicare gli sgomberi di palazzi occupati per emergenza abitativa e spazi sociali liberati, che ha visto finora a Roma e Bologna i suoi effetti più feroci. Sotto attacco c’è sicuramente la lotta per la casa, in particolare quella parte della lotta per la casa che prova a tenere vivo un discorso pubblico sul diritto all’abitare, ma anche e più in generale tutte quelle esperienze, dagli spazi liberati ai beni comuni, che rimettono al centro il diritto alla città tramite la pratica diretta e dal basso.
Questo vento soffia anche sulla città di Napoli che registra numeri drammatici per l’emergenza abitativa, che sembrano invece interessare i media solo dietro gli stereotipi fuorvianti dell’ordine pubblico senza interrogare le gravi responsabilità della politica. Ma Napoli in questi anni è stata anche il luogo di sperimentazione di mutualismo e solidarietà dal basso, autorganizzazione, riuso e pratiche di riappropriazione. Sono tutte queste le realtà che invitiamo al confronto ma anche quanti e quante si rendono conto che in gioco non è “soltanto” il diritto alla casa e all’accoglienza dei più deboli e discriminati o l’esperienza degli spazi sociali autogestiti, ma in generale la lotta per una reale democrazia. Verso una mobilitazione che sappia rispondere a tutto questo sul piano locale e nazionale!
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