“Centoquattordici lavoratori Piaggio Aero, di cui 80 genovesi e 34 appartenenti allo stabilimento di Villanova d’Albenga hanno ricevuto questa mattina le lettere di licenziamento. Si tratta di lavoratori che sono al momento tutti in cassa integrazione che scadrà il prossimo luglio. La conferma arriva da fonti sindacali.
“Ancora una volta le dichiarazioni rassicuranti dell’amministratore delegato non hanno nei fatti nessun riscontro, anzi si fa il contrario di ciò che si afferma. L’azienda si sente legittimata nel portare avanti il proprio Piano Industriale dalle dichiarazioni di accoglimento dello stesso, fatte dal Governo nell’ultimo incontro del 15 febbraio 2018 presso il Ministero dello Sviluppo Economico” affermano i sindacati di categoria Fiom, Uilm e Fim.”
Nella settimana precedente alle elezioni è stato firmato l’accordo di programma riferito al decreto di “area di crisi complessa” riguardante alcuni comuni della provincia di Savona, tra i quali Villanova d’Albenga dove ha sede proprio la Piaggio.
Un accordo bipartisan, immortalato in video e in foto, a puro scopo elettoralistico che da quel momento sembra aver provocato, paradossalmente, ulteriori punti di aggravio in una infinita storia di crisi.
Nei giorni scorsi ci è capitato di commentare la bruttissima vicenda dell’Asset di Altare e a descrivere le problematiche particolarmente difficili di Mondomarine e del suo “prestito d’impresa” e adesso arriva questa notizia, riguardante la Piaggio, che può essere giudicata come una vera e propria “mazzata”.
Le cause vanno ricercate nei soliti motivi: la proprietà (fondo sovrano del Dubai) che “spacchetta” (in questo caso ai cinesi, dividendo i settori di lavorazione) e si verifica una vera e propria”spossessione” di intelligenza tecnologica e produttiva.
In un settore delicato e strategico come quello aeronautico il fattore del determinarsi di un ritardo sul piano dell’innovazione determina sempre una situazione esiziale.
L’accumularsi del ritardo sul piano tecnologico appare come la rinuncia ad una capacità strategica di continuità produttiva.
Il tutto avviene nel silenzio e/o nella complicità delle istituzioni, dal Governo alla Regione, capaci soltanto di spendere parole.
Un iter, quello di Piaggio, che tra scorpori e cessioni di know – how ce ne ricorda altri che si sono conclusi con la completa dismissione, primo fra tutti quello di Ferrania.
Tutto questo avviene in provincia di Savona, nella cui città capoluogo amministratori e vari facitori d’opinione non trovano di meglio da fare che pavoneggiarsi nel nulla delle trasmissioni televisive.
Mai come oggi, in questo giorno triste, “l’apparire in luogo dell’essere” appare una definizione appropriata per lorsignori che assistono chiacchierando ad un declino apparentemente inarrestabile, forse perché voluto e comunque realizzato sulla pelle dei lavoratori.
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