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Milano. Contro la criminalizzazione del dissenso e la legittimazione della repressione

Diciamo no ai professionisti della menzogna

Giovedì 10 luglio, ore 8:30

Presidio alla sede de Il Giornale e Libero quotidiano

Via dell’Aprica 18, Milano

Entrambi questi fogliacci sono da sempre in prima linea contro i lavoratori e ogni opposizione sociale e politica nel paese, e tra i maggiori tifosi del criminale di guerra Netanyahu che sta compiendo un genocidio. Il tutto accompagnato da richieste di interventi repressivi esemplari, oltre a dare voce al solito vittimismo e indignazione dei “prenditori” italiani di fronte a scioperi e proteste dei lavoratori in particolare dei sindacati conflittuali.

Il quotidiano diretto da Sallusti si è distinto poi in questi anni per la cura e l’attenzione maniacale che ha dedicato ai movimenti politici e studenteschi. Da più di un anno in particolare ha messo in campo una vera e propria campagna accusatoria e diffamatoria verso le nostre organizzazioni, Potere al popolo e Cambiare Rotta. Proprio nel momento in cui, alla luce della recente inchiesta di Fanpage, venivamo infiltrati. Abbiamo denunciato pubblicamente e chiesto risposte, che al momento hanno visto solo il balbettio imbarazzante e imbarazzato del sottosegretario Prisco.

Questa torbida operazione ha nei suoi contorni varie responsabilità. Vogliamo dirlo senza mezzi termini: ci pare evidente che il Giornale e Libero si siano dedicati con sfumature diverse a preparare un terreno volto alla criminalizzazione e a giustificare le attenzioni repressive nei nostri confronti e in generale verso le opposizioni politiche al governo di destra della Meloni.

Non sappiamo chi sia il suggeritore né con quale ordine di priorità si costruiscano queste campagne. Un dato però salta all’occhio: il Giornale e Libero, così ben informati, si sono dedicati ad attaccare e screditare in particolare il nostro movimento politico e le organizzazioni studentesche mentre era in corso una infiltrazione, questa sì reale, proprio all’interno delle organizzazioni politiche e studentesche.

Rimandiamo al mittente e ribaltiamo anzi le accuse. Le organizzazioni studentesche agiscono alla luce del sole nelle scuole e nelle università e raccolgono le istanze degli studenti, con rappresentanti eletti degli organi di rappresentanza, mobilitandosi per il rilancio dell’istruzione pubblica, contro le riforme che la smantellano, per il diritto allo studio da contrapporre agli investimenti in ricerca militare e al servizio delle aziende private.

Allo stesso modo rigettiamo le accuse e le insinuazioni rivolte a Potere al popolo, che si mobilita contro il genocidio del popolo palestinese da sempre ed è e sarà solidale con gli studenti che vengono manganellati; di più, Potere al popolo è contro il riarmo e la guerra, è in prima linea per la difesa del reddito e dei salari, per la giustizia sociale.

Rappresenta la sua legittima prospettiva nelle elezioni a tutti i livelli locali, regionali e nazionali. Ed è proprio Potere al popolo ad aver subito una infiltrazione poliziesca mentre il governo e le istituzioni facevano diventare legge l’ex Decreto 1660, bocciato in questi giorni dalla Cassazione. Tutto questo, nel completo silenzio sull’utilizzo di software spia contro attivisti e giornalisti. Evidentemente non quelli de Il Giornale e Libero.

Non sappiamo quali fossero gli obiettivi precisi degli infiltrati nelle nostre organizzazioni. La storia del nostro paese però, come testimoniano centinaia di documenti, inchieste, processi, ci insegna che non ci si fa scrupolo a utilizzare l’infiltrazione, la provocazione, gli “agenti di influenza” nei momenti più critici perfino le stragi, per mantenere “lo stato di cose presenti”.

Respingiamo la campagna provocatoria e diffamatoria de Il Giornale e Libero denunciamo il loro ruolo attivo nella criminalizzazione del dissenso sociale e politico nel nostro paese. Esigiamo spiegazioni sulle operazioni di infiltrazione nelle organizzazioni e nei movimenti di opposizione.

Sono Il Giornale e Libero e chi li imbocca ad avere paura. Da parte nostra continueremo con determinazione nella costruzione di campagne volte alla difesa dei lavoratori e degli sfruttati, al fianco dei popoli oppressi e che resistono come il popolo di Palestina, a dare voce a quella maggioranza del paese che è contrario al riarmo e alla guerra a cui il governo e l’esecutivo vogliono condannarci. Come abbiamo sempre fatto e pubblicamente dichiarato.

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