Il 4 novembre si svolgeranno le celebrazioni per la giornata delle forze armate e dell’unità nazionale italiana. Di regola è Roma il luogo deputato ad ospitarle e invece quest’anno, per ragioni di sicurezza, è stata individuata Cagliari.
In questi giorni i giornali hanno infatti riportato la notizia che, dato il contesto internazionale ed il rischio attentati, le celebrazioni e qualsiasi iniziativa correlata veniva annullata in tutta Italia.
A quanto pare quindi tutte queste motivazioni e precauzioni non valgono per la colonia Sardegna, dove per il prossimo sabato, a Cagliari, è previsto lo svolgimento di una parata, seppur in tono minore.
Oltre la sfilata delle forze armate, sono previsti anche il passaggio delle frecce tricolore, la presenza del capo dello Stato, del Ministro della Difesa e forse anche quella della Presidente del Consiglio e del presidente del Senato, zone rosse con chiusure al traffico già da qualche giorno prima, divieto per manifestazioni, disagi per le attività commerciali e per i cittadini residenti nella zona di fronte al porto.
Quali sono le ragioni di questa scelta? Forse per lo Stato italiano è meglio mettere in pericolo la vita dei cittadini sardi piuttosto che rinunciare alla propaganda militare?
La risposta non può che essere che, ancora una volta, si è voluto riaffermare quanto in più occasioni ribadito dal Ministro della Difesa e non solo: la Sardegna è strategica per le forze armate, nonostante esista una forte opposizione e resistenza del popolo dinanzi all’occupazione militare delle terre sarde.
Ricordiamo infatti che circa il 60% delle servitù militari di tutto lo Stato italiano sono situate in Sardegna con tutto quello che ne deriva in termini di inquinamento, sottrazione di terre e mare al loro uso naturale.
Esprimiamo come sempre la nostra contrarietà a qualsiasi tipo di propaganda militare italiana nella nostra terra, soprattutto in questo contesto internazionale in cui sarebbe necessario che la Sardegna fosse un baluardo di pace e non di guerra.
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