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I profughi? A spalare merda, ma “felicemente”

La battuta deve essere stata fin troppo scontata: ci sono lavori che gli italiani non vogliiono più fare, e allora li facciamo fare agli stranieri.

Ma a Bitonto questa voglia di “non fare più” è scattata davanti a un classico della tradizione, il corteo storico che rievoca la Battaglia del 1734, in occasione delle feste patronali dedicata caritatevolmente alla Madonna.

La fede granitica, però, non si sposa più con l’impegno personale e con atti concreti di dedizione. In questo caso con la necessità che le deiezioni dei cavalli siano immediatamente tolte di mezzo, in modo da non complicare la camminata del resto della cittadinanza credente, dietro di loro.

Insomma, non si è trovato neanche un volontario tra i ferventi fedeli bitontini e qualcuno ha pensato di reclutare alla bisogna una dozzina di profughi, dotandoli di scopa e raccoglitore, ognuno piazzato dietro a un quadrupede di riferimento.

Le foto del triste spettacolo hannno fatto immediatamente il giro della Rete, costringendo gli amministratori locali a una prevedibile quanto inascoltabile sequenza di giustificazioni. L’assessore al Marketing territoriale (!) si è subito assolto rivendicando un cazziatone postumo: “Ho chiamato subito la presidente Concetta Tota e il vicepresidente Emanuele Dimundo, persone che a titolo volontario da anni se ne occupano con grande impegno, e ho chiesto spiegazioni perché l’ho ritenuta una scivolata pazzesca e inopportuna”.

Il vicepresidente dell’Accademia della Battaglia, ovvero il presunto cazziato, si è a sua volta giustificato così: “Eravamo in una situazione difficile. Non avevamo soldi per pagare l’impresa di pulizia e nessun bitontino voleva accettare questa mansione, dopo averlo fatto negli scorsi anni. E’ stato così che siamo entrati in contatto con l’istituto Maria Cristina di Savoia, che ospita i ragazzi: è accaduto per caso. Vedendoci in difficoltà, sono stati loro a offrirsi e sono stati felici di partecipare a un’iniziativa cittadina, peraltro a titolo gratuito come accade per tutti i figuranti. Ma volevano gli abiti d’epoca, è stata una loro precisa richiesta. Posso capire che l’immagine abbia lasciato interdetti perché evoca immagini negative che, tuttavia, albergano piuttosto nella nostra mente”.
Un po’ diversa la versione dei responsabilidel Centro di accoglienza: “Abbiamo accettato e convinto i ragazzi a partecipare perché crediamo moltissimo nell’integrazione, ma ci avevano parlato di ruoli come porta-lampari o accompagnatori di carrozze: non certo di pulitori di sterco. Quando siamo arrivati e abbiamo appreso il ruolo di destinazione, dopo averlo descritto dettagliatamente ai ragazzi ho lasciato loro libertà di scelta. Su dieci, nove hanno accettato di farlo e uno è tornato via con noi. Sono rimasta interdetta e moritificata da quello che ho visto. E se qualcuno pensa che integrazione sia questo spettacolo, grazie ma non siamo interessati”.

Libertà di scelta e “felici” di partecipare”…
Tutti innocenti, come sempre. Ma lo spettacolo è quello che si vede in foto…

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