E così alle porte della città più moderna d’Italia i lavoratori pendolari vengono uccisi e feriti perché si rompono i binari. La strage ferroviaria di Milano è avvenuta per il cedimento strutturale della strada ferrata, dice il prefetto. Pochi giorni fa alla Lamina, sempre a Milano, quattro operai sono morti asfissiati in una fabbrica invasa da gas letale, senza che si accendesse una lampadina, suonasse un allarme, ci fosse una maschera a portata.
Il 16 luglio 2016 23 persone sono state uccise vicino a Bari, perché due treni si sono scontrati senza che ci fosse un blocco automatico, un sistema di sicurezza elementare.
La strage ferroviaria di Milan è frutto del dilagare di quella incuria assassina che sta seminando di vittime il lavoro , i trasporti, le città. Una incuria che non è più la semplice violazione di questa o quella norma di sicurezza, ma è qualcosa di ben più grave. È l’eliminazione stessa della tutela della persona dalla organizzazione della vita quotidiana. È lo sfruttamento delle persone, ma anche dell’ambiente e degli stessi materiali fino ai limiti estremi. Ogni materiale industriale ha una sua durata ed una sua tenuta, e nel mondo di oggi ci sono infiniti sistemi di controllo per il suo logoramento.
Le foto dei giunti frantumati dei binari alle porte di Milano ci consegnano l’immagine di una sicurezza ferroviaria tornata indietro di 100 anni. È persino troppo facile confrontare i costi immani dell’alta velocità, con i risparmi vergognosi sulle linee dei pendolari . Chiunque prenda quei treni sa di cosa parlo.
Ma la realtà è molto più grave. Ovunque il rischio per la salute e la vita aumenta e le stragi sempre più ricorrenti sono solo la brutale affermazioni della legge dei grandi numeri. Se si lavora, ci si sposta, si abita e si vive in costante pericolo per la salute e la sicurezza, prima o poi qualche cosa succede. E tutti gli indicatori ci dicono che le morti violente sono in aumanto, nelle fabbriche, nelle ferrovie, nelle autostrade – già cancellato il massacro di Brescia di poche settimane fa-, ovunque dal Nord al Sud, dalle città alle campagne si estende la strage.
Si muore per l’incuria assassina di una organizzazione sociale per cui le persone sono solo merci da consumare sempre più in fratta. La strage di Milano avrà sicuramente dei colpevoli diretti che dovrebbero essere puniti con la massima severità. Ma se non ribaltiamo le regole e i principi infami di questa società fondata sul mercato e sul profitto, potremo solo contare sulla fortuna che la legge dei grandi numeri non scatti per noi.
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Eli
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