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Russia. Gennadij Zjuganov sull’arresto del ministro Uljukaev

In relazione all'arresto, a Mosca, del Ministro per lo sviluppo economico, Aleksej Uljukaev, accusato di corruzione per una mazzetta da 2 milioni di $ nell'affare della privatizzazione di “Bašneft”, il leader del PCFR Gennadij Zjuganov ha rilasciato una dichiarazione. Al netto degli ormai classici atti di fiducia e distinguo tra politica presidenziale e attività governativa, la dichiarazione è interessante per alcuni spunti concreti sulle linee perseguite dal governo di Dmitrij Medvedev e, in generale, sull'attuale corso sociale interno russo, a proposito del quale il VTsIOM ha reso noti alcuni dati relativi a una recente indagine demoscopica. Secondo il sondaggio, l'86% dei russi avverte l'ostilità tra ricchi e poveri; il 74% la contrapposizione tra dirigenti e funzionari inferiori; il 73% tra imprenditori e lavoratori salariati. La disparità tra classe operaia e intellighenzia è sentita dal 58% degli intervistati. Tutto questo, sullo sfondo di un calo ufficiale della disoccupazione, scesa, secondo Il Ministero del lavoro, da circa il 7% al 5,8% della popolazione attiva (ma, secondo Il Ministero per lo sviluppo economico, a fine 2016 si potrebbe risalire al 6,3%), con estremi da 1,5% nella regione di Mosca a oltre il 20% in Inguscetia.

Riportiamo alcuni stralci della dichiarazione di Gennadij Zjuganov.

 

”L'ondata di smascheramento della corruzione ha investito Sakhalin, Kirov, Komi ed è arrivata fino alla Casa governativa” ha detto  Zjuganov; “vergogna, quando i più alti funzionari governativi si trasformano in furfanti e ladri, screditando il potere e violando le norme elementari di condotta… sembra che la faccenda abbia raggiunto proporzioni tali, da diventare pericolosa per i cittadini e lo Stato nel suo complesso. Il fatto che negli ultimi tempi le forze dell'ordine lottino con più decisione e fermezza con questo fenomeno, merita attenzione e approvazione. Capisco benissimo che, senza il consenso e un segnale da parte del Presidente, simili operazioni siano impensabili”, ha detto ancora Zjuganov.

"Sotto la guida di simili ministri, negli ultimi cinque anni il prodotto interno lordo è sceso di quasi l'8%. Il paese ha avuto 90 trilioni di rubli in meno, ha cioè perso 35 trilioni di rubli, non giunti in bilancio. Una cifra pari a due bilanci annuali. A quanto pare, è parso  ancora poco, aveva bisogno anche della mancia e così si è appropriato, ha rubato altri 2 milioni di $", ha detto il leader del PCFR riferendosi a Uljukaev. “Nella Cina moderna, un simile vampiro sarebbe stato da tempo messo al muro e la mano non avrebbe tremato. E invece noi ci sediamo e ci limitiamo a discutere, nonostante che la causa principale risieda nella mancanza totale di controllo sul potere esecutivo. Lo ripeto per la ventesima volta: qualsiasi potere esecutivo, senza il controllo dei cittadini e dei legislatori, inevitabilmente cade o nell'ubriacatura o nella malversazione”. “Se anche Serdjukov – ha detto Zjuganov, riferendosi all'ex Ministro della difesa, licenziato per corruzione e messo poi a capo del complesso per l'industria aeronautica “Rostekh” – o anche Uljukaev fossero passati attraverso i tre comitati della Duma per il controllo di bilancio, una sconcezza simile non si sarebbe verificata”.

"Per quanto riguarda specificamente Uljukaev, egli è il più esteso rimasuglio, la scheggia maggiore dell'epoca Gajdar-Eltsin. Faceva parte della  casta degli intoccabili, ha ricoperto ogni carica e, evidentemente, credeva che tutto sarebbe andato bene. Mi spiace profondamente che tali fatti disonorino il paese e noi tutti. Incutono incertezza nella mente e nel cuore di ciascuno. Potete immaginare in che condizione si trovi chi vive con 15 mila rubli o meno al mese (e sono 72 persone su 100)! In che stato i "figli della guerra", con una pensione media di 10-12.000 rubli! Come può esserci fiducia nel governo, alla vigilia dell'adozione del bilancio, quando si scoprono tali sconcezze!”. “Un bilancio di degrado e stagnazione, di sonno letargico. Se guardate attentamente cosa propongono il signor Uljukaev e quelli come lui per i prossimi tre anni, rimane solo da sospirare. Nessuno sviluppo. Castrati tutti gli articoli relativi al futuro progresso tecnico. Tagliato quasi di un terzo tutto ciò che è legato all'assistenza sanitaria e la degenza ospedaliera è tagliata di quasi 90 miliardi”. “E' necessario correggere la macchina statale nel suo insieme. Oggi essa non lavora per i cittadini e permette le ruberie, comprese quelle di governatori, sindaci, ministri ecc.”. “Noi abbiamo proposto un intero pacchetto di leggi, in base alle quali si può formare un bilancio non di 16, bensì di 25 trilioni di rubli. Abbiamo proposto un programma di sviluppo delle imprese pubbliche, leggi sulla politica industriale e di pianificazione strategica. Ma nessuno di questi punti è stato preso in considerazione nella formazione del bilancio. E' evidente che il governo ha fatto bancarotta. Però, nel quadro dell'espansione della Nato, delle sanzioni, dei nazisti e dei banderisti, della guerra al sud, si devono adottare decisioni rapide ed efficienti. Ma loro ci girano intorno: tutti gli uljukaevy, i čubaisy, tutti questi personaggi dell'era Eltsin; essi screditano il governo, il paese e tutto il nostro potere come tale. Pertanto, il Presidente deve adottare misure di emergenza. Non capisco perché continui a tenere tali quadri nel momento in cui tutto si trasforma in una grande truffa e in un processo criminale".

“Per quanto riguarda la privatizzazione di “Bašneft”, noi abbiamo avuto un importante incontro a Ufà (capitale della Repubblica di Baškiria) e ci siamo incontrati anche col Presidente della Repubblica e abbiamo spiegato perché insistessimo che quella impresa restasse di proprietà della Baškiria: era  diretta in modo ragionevole e rendeva non poco. Ho fatto una dichiarazione ufficiale: perché si continua a svendere le ultime proprietà statali, a uccidere una mucca che ci nutre tutti quanti? Mi sembrava che mi avessero ascoltato. Ma i signori Uljukaev, Šuvalov (il vice premier), a quanto pare, avevano già deciso diversamente. Non aveva alcun senso vendere quella impresa". E invece, le privatizzazioni continuano e, “con la crisi, tutto viene svalutato. Purtroppo, l'intero budget è formato secondo una linea coloniale: si vendono le materie prime, si gonfiano i prezzi, si aggiungono le tasse e si fruga nelle tasche dei cittadini fino all'ultimo rublo per favorire i ricchi”. Ogni volta si ripete “il solito schema: ci si insinua, si controllano i flussi finanziari, si mandano via gli specialisti e al loro posto si piazzano le figlie e i figli e si continua ad arricchirsi e saccheggiare il paese. Lo scorso anno hanno venduto le materie prime: petrolio, gas, oro, diamanti, legname per 20 trilioni di rubli. Però, di quei 20, nel bilancio ne sono comparsi appena 8. Gli altri 12 trilioni costituiscono il dono pagato all'oligarchia russa e ai suoi tutori stranieri. Lo scorso anno i ricchi hanno aumentato il loro capitale del 42%, senza pagare le tasse su scala progressiva. E i cittadini si sono impoveriti del 20%. Ecco tutta l'aritmetica criminale e corrotta", ha concluso Gennadij Zjuganov.

 

Fabrizio Poggi

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